Politiche sociali, allarme rosso
«Di fronte ai tagli occorrerà ripensare il welfare, e non ci aspettano scelte facili: dovremo tagliare servizi, come quelli scolastici, o alzare le tariffe» ha spiegato nel convegno Anci il sindaco e presidente Fontana
Quanto era bella questa mattina la cornice del salone Estense, ma quanto erano gravi e urgenti i problemi che i rappresentanti dei comuni dell’Anci, e le associazioni di volontariato hanno affrontato nel convegno organizzato da Anci: “Politiche sociali e comuni: fare fronte alla Crisi” che si è svolto nella mattina del 29 giugno. Quello che c’era da dire, innanzitutto, è che la situazione per le politiche sociali è doppiamente grave in tempo di crisi: perchè quando i fondi pubblici scarseggiano per primi vengono tagliati proprio i contributi a cultura e servizi sociali, eperchè al contrario in tempi di crisi la richiesta di servizi sociali aumenta.
«Il finanziamento alla spesa sociale dei comuni lombardi è passato da 54 a 25 milioni di euro per quanto riguarda il fondo nazionale delle politiche sociali. A questo si somma l’azzeramento, da 56 milioni di euro di partenza, del fondo nazionale per le non autosufficienze. Sono cifre che purtroppo parlano da sole – commenta il presidente di Anci Lombardia e sindaco di Varese Attilio Fontana, che ha aperto quella che è tappa varesina di un ciclo di incontri formativi che affronta volta per volta le tematiche più care agli enti locali comunali – La cosa più grave è che questi tagli giungono in un momento che vede invece aumentare il bisogno dei cittadini, per la crisi, per l’invecchiamento della popolazione, per l’insorgere di situazioni di marginalità».
La risposta, aggravata dalle notizie di questi giorni sulla manovra fiscale, è purtroppo solo una: «Di fronte a questi tagli occorrerà ripensare il welfare, e non ci aspettano scelte facili – sottolinea – dovremo intervenire o tagliando servizi, partendo dai meno essenziali come la scuola, o alzando le tariffe. Tutte cose che non vorremmo fare, ma che finiremo a essere costretti a fare, se continueranno le cose così».
«Occorre inoltre ripensare il tema della compartecipazione delle famiglie con reddito e patrimonio elevato alle spese di assistenza per la non autosufficienza e le gravi disabilità: con le risorse oggi a disposizione non possiamo fare più fronte alle richieste di tutti. – rincara il vicepresidente di Anci Lombardia Giorgio Oldrini, sindaco di Sesto San Giovanni – Crediamo sia una questione di giustizia sociale chiamare le famiglie più abbienti a compartecipare alle spese di assistenza dei loro congiunti, consentendo ai Comuni di concentrare le risorse principalmente sulle fasce di popolazione in difficoltà economica».
Insomma, una situazione pesante che ricade principalmente sugli enti locali, dati i talgi del governo, ma che è ancora una priorità a livello regionale: «Regione Lombardia ha scelto di riconfermare "l’assoluta priorità" della difesa delle persone e delle famiglie più fragili, incrementando di 40 milioni i fondi per le politiche sociali rispetto allo scorso anno e attraverso la valorizzazione di tutte quelle realtà sociali, pubbliche e private, che si fanno carico della cura e dell’assistenza – ha sottolineato l’assessore regionale alla Famiglia Giulio Boscagli – Non possiamo però fingere che non ci siano ristrettezze di bilancio o che non sia evidente l’insostenibilità nel tempo dell’attuale modello di welfare».
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