Dalla mobilità a manager del “peso forma”: storie di imprenditoria al femminile
Isa Gatti, messa in mobilità da Weigth Watcher, oggi è a capo con Saveria Faldino di una ditta con 33 dipendenti in tutt'Italia. Unico dispiacere? "Mai nessuno ci ha detto brave!"
Isa, tre figli, una vita tranquilla, un lavoro di consulente gratificante anche dal punto di vista economico. Poi, il 12 dicembre 2006 tutto finisce. La ditta per cui lavora chiude i battenti in quattro e quattr’otto. Si apre la mobilità, per lei e per i tanti colleghi sparsi in tutt’Italia.
Eppure il datore di lavoro era di quelli sicuri, anzi di più. Conosciutissimo da oltre 30 anni, si occupa di diete e forma fisica. Isa lavorava per un’istituzione: la Weight Watcher Italia: «In Italia, la casa madre aveva dato il marchio in franchising e chi lo gestiva ha combinato qualcosa che ha indotto W.W. a chiudere tutto con effetto immediato – ricorda Isa Gatti – Siamo state liquidate fino all’ultimo centesimo… ma eravamo a casa».
Così, a 46 anni, Isa si trova davanti a un bivio: rinunciare a tutto o inventarsi un nuovo lavoro. Con l’amica di sempre Saveria Faldino, Isa si butta nella mischia: «Erano tante, troppe le persone che si erano trovate da sole all’improvviso – ricorda – Io seguivo circa 800 persone, clienti con cui avevo avviato un rapporto che era molto più di una consulenza. In questo lavoro ci vuole confidenza, fiducia, anche amicizia. E io ero sparita».
Piano piano, le due socie ricominciano a lavorare: « Ci dovevamo occupare di tutto: dagli incontri con i pazienti, alle promozioni nazionali, all’individuazione dell’argomento della settimana, alla dieta da proporre. E poi tutto il lavoro amministrativo, di segreteria, persino di magazzino. Ci mancavano gli elastici per bloccare i pacchi, i francobolli per spedire. Dall’oggi al domani siamo passate da dipendenti a manager: un vero shock».
Nel giro di tre anni, però, Isa e Saveria hanno assunto regolarmente 33 persone, hanno circa 10.000 clienti, un giro d’affari di circa un milione e messo e due sedi a Gallarate e a Bologna. La Welcome Weight, marchio della ditta WWProject srl, conta su 5 soci tra cui un dietologo, il professor Romano di Bologna, e molti esperti collaborano professionalmente. Saveria si occupa del personale e Isa del marketing ma anche degli “argomenti motivanti”: « Abbiamo mantenuto lo stile W.W. ma lo abbiamo rivisto secondo il nostro modo di sentire. Ci sono le sedute e gli argomenti della settimana. Non usiamo farmaci ma facciamo cultura: cerchiamo di insegnare alle persone la piramide alimentare e basiamo la dieta sulle calorie “bilanciate”. Non sottovalutiamo l’aspetto “psicologico” e diamo il “righello con le 700 calorie del buon umore” che i pazienti possono utilizzare per i loro “sgarri”. Insegniamo alle persone a volersi bene ad avere attenzioni per sé: così si instaura un rapporto di amicizia sia con noi sia con gli altri clienti».Oggi Isa si guarda indietro e stenta quasi a crederci: «Tutto ciò che oggi abbiamo è stato frutto del nostro impegno e basta. Non abbiamo avuto un aiuto, non un incentivo in quanto impresa di donne. Abbiamo aiutato trenta lavoratrici in mobilità. Sembra quasi impossibile. È chiaro che mi è costato tanto: il mio tempo libero si è dissolto, la mia famiglia mi intravede. Ho rinunciato al volontariato e vivo con la costante preoccupazione di non poter pagare tutti gli stipendi. Devo dire che lavoro con persone splendide, che mi hanno sempre supportato nei momenti di difficoltà. Ma la spensieratezza economica, non c’è più…».
Rimpianti, dunque?
« Se mi volto indietro non posso che essere orgogliosa di ciò che ho fatto. Ho commesso tanti errori, certo. Ho dovuto imparare tantissimo e ancora oggi devo studiare e aggiornarmi. Sono una persona diversa, molto più sicura. Un solo rammarico: nessuno ci ha detto ancora BRAVE!».
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