Le tossine del fegato si eliminano con il “MARS
All’ospedale Sant’Anna viene utilizzata una sorta di “dialisi” del fegato nei casi di insufficienza epatica acuta
L’esperienza del Sant’Anna nell’utilizzo del “Mars”, metodica che sostituisce l’attività del fegato nell’eliminazione delle tossine dal sangue, diventa internazionale. Sono stati avviati proprio in questi giorni i contatti con il Centro Epato-biliare dell’ospedale “Paul Brousse” di Villejuif (Parigi), una delle strutture di riferimento a livello europeo e mondiale in epatologia, con il quale il presidio comasco ha avviato uno studio per la definizione di un protocollo in questo ambito.
Il Mars – significa Molecular Absorbent Recirculating System, ossia Sistema Ricircolante ad Assorbimento Molecolare -, una sorta di fegato “artificiale”, che, nei casi di insufficienza epatica e anche renale, può sostituire temporaneamente l’azione dell’organo malato, si utilizza al Sant’Anna da due anni, da quando il professor Roberto Marangoni, responsabile della metodica in Regione Lombardia, lo ha portato nell’Unità Operativa di Medicina dall’ospedale San Giuseppe di Milano e, in collaborazione, con il collega Giorgio Bellati, primario del reparto ed epatologo, lo ha ulteriormente perfezionato.
«L’efficacia della metodica nel trattamento delle varie forme di insufficienza epatica – ha spiegato il professor Marangoni – è documentata da oltre 300 lavori pubblicati e dai risultati ottenuti in oltre 10mila pazienti nel mondo che dimostrano che si tratta di una terapia salva-vita nei casi di insufficienza epatica acuta e cronica, rivolta ai pazienti anche in attesa del trapianto di fegato. La Regione Lombardia, prima in Italia, ha riconosciuto la validità del trattamento e ha avviato la sperimentazione. Al Sant’Anna sono stati trattati complessivamente ad oggi 27 pazienti».
Nel corso del trattamento il sangue del paziente viene convogliato in un circuito extracorporeo simile a quello usato nell’emodialisi e “filtrato” attraverso una membrana che cede le tossine all’albumina circolante nella “macchina”, ripulendo il sangue.
La metodica Mars, come si accennava, al Sant’Anna è stata ulteriormente perfezionata: «Secondo l’esperienza comasca – aggiunge il professor Marangoni -, si può raddoppiare l’efficacia depuratrice del Mars, senza modificarne l’elevata tollerabilità. Tutto questo è possibile aumentando del doppio la superficie delle resine che, nella “macchina”, puliscono l’albumina legata alle tossine purificando così il sangue. Ad esempio, nei pazienti in cui la bilirubina, sostanza causa dell’ittero, è molto elevata, con la nuova metodica modificata la sua concentrazione si riduce dopo ogni seduta del doppio rispetto al trattamento con Mars standard». Un risultato che ha suscitato grande interesse in campo internazionale.
«“I trattamenti – ha aggiunto il primario Bellati – avvengono in regime di ricovero ospedaliero, durano 5 ore e vengono ripetuti quotidianamente fino alla constatazione di un miglioramento della funzionalità epatica. La media è di 4 trattamenti per paziente. Mars , inoltre, è in grado di rimuovere tossine endogene, cioè quelle che si formano internamente nell’organismo e non vengono più eliminate dal fegato, e di rimuovere tossine esogene, ovvero provenienti dall’esterno, come nel caso di alcuni avvelenamenti da farmaci o da funghi».
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