“La buona politica per il bene comune”

Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato, ha partecipato al convegno organizzato dal Cardinal Bagnasco. Erano presenti sette associazioni del mondo cattolico e cinquanta tra altre associazioni, banche e fondazioni

Ho partecipato al Forum di Todi, convento dei Cappuccini: è entusiasmante poter accedere a tanto sapere ed entusiasmo anche nella veste di semplice uomo della platea. Con la curiosità di intrattenere il pensiero su principi morali di cui l’Italia ha urgentemente bisogno. Qui non si vuole fare politica, ma in apertura della terza sessione, nel primo pomeriggio di lunedì 17 ottobre, si dice di quanto «noi abbiamo capitale sociale e dobbiamo trasformarlo in capitale politico. Dobbiamo scendere in campo, ma non dobbiamo farlo da soli!».
Quel “noi” si riferisce a tutto il mondo, quindi non solo a quello cattolico, che si riconosce nei valori del cambiamento. E che ha deciso di darsi appuntamento per interrogarsi sul futuro delle nuove generazioni (ma non solo) e di questa nostra Italia.  Mai si era visto un tale raggruppamento di associazioni di categoria del mondo cattolico (sette) e cinquanta tra altre associazioni, banche, fondazioni. Rappresentanza da tutta Italia per condividere ciò che monsignore Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha definito come un «disastro antropologico». Il disastro di questa crisi che ha accelerato la disgregazione della società e che ora deve porre, al centro dell’attenzione, non più “l’io” ma il “noi”. Non più il singolo soggetto, con il suo individualismo, ma la collettività con tutti i bisogni di essere ascoltata, compresa, salvata. Perché anche di giovani si è parlato a Todi. Del loro futuro, dell’occupazione che non c’è ma che dev’essere rilanciata, della formazione di una classe politica giovane e preparata alla quale affidare il futuro del nostro Paese. 
No, non si era lì per fare politica in quel convento dei Cappuccini. Il fine era quello di guardarci sinceramente negli occhi per prendere coscienza di fronte a quello che il forum ha detto essere un «vuoto di rappresentanza politica». Non si riesce più a parlare alla gente. Non si danno risposte. Mancano gli strumenti di lavoro più corretti per poter raggiungere la società in tutte le sue pieghe. Quindi: salvarsi o non salvarsi? Todi parla il linguaggio dell’ecumenismo, eppure i messaggi sono reali, posti sotto la luce dell’impegno cattolico (e oltre), di chi dice dell’importanza di volersi occupare degli altri. Di coloro ai quali la stretta economica non può dare un futuro.  Ci sono tanti valori da poter spendere, a partire dalla famiglia, dallo Stato sociale, dalla solidarietà. Ma anche da una nuova organizzazione del lavoro, per dare ad ogni uomo un domani certo. Un impegno che non rimanga sulla carta. “Costruiamo una politica orientata al futuro”, questo il messaggio principe. Perché «non vogliamo deludere chi guarda a noi con fiducia, deluderemo chi guarda a noi aspettando i fuochi d’artificio». Si deve lavorare, tutti insieme, con dignità e su quelle leggi che si metteranno a disposizione per risolvere quei problemi che rischiano di scoppiare non tra le nostre mani ma in quelle dei nostri figli. Il calo demografico italiano è preoccupante: fra alcuni anni ci saranno sei milioni in meno di abitanti al di sotto della soglia dei 60 anni e ben 9 milioni (calcolo che considera anche i flussi migratori) al di sopra. Ma Todi non è il luogo delle associazioni: è il forum delle persone di ispirazione anche cattolica. E queste sono le fondamenta della giornata dalle quali ha preso il via l’analisi di questa “parte della società” che si vuole fare promotrice di un cambiamento importante. Perché dovrà essere la capacità di cambiare la vera leva di successo dell’Italia. Cambiare per se stessi e per gli altri. Cambiare per poter guardare i giorni a venire senza alcuna paura. 

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Pubblicato il 17 Ottobre 2011
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