Paolo Conte, un incantevole ritorno
A dieci anni di distanza il concerto all'Apollonio è un altro successo per il cantautore astigiano, "un maestro di un'eleganza perduta"
Un anno fa l’Observer, dopo un concerto trionfale a Londra, defini Paolo Conte "Un maestro di un’eleganza perduta". Un titolo perfetto e un omaggio a un grande della musica italiana.
Settantaquattro anni portati con disinvoltura, sul palco non una parola, se non quelle cantate. Eppure Conte scalda e coinvolge il pubblico.
Esattamente come dieci anni fa, l’Apollonio è tutto esaurito. Il cantautore di Asti resterà alla storia a Varese perché fu proprio lui ad inaugurare il teatro con un concerto memorabile. Come allora lui lascia parlare la sua musica. Lo accompagnano dieci musicisti che si muovono intorno al suo pianoforte come L’orchestrina di Nelson che chiude lo spettacolo.
È Cuanta pasion ad aprire il concerto che per quasi due ore strega il pubblico varesino. Una scaletta fatta di canzoni del suo ultimo album Nelson e poi tanti pezzi classici senza sbavature, tra i palleggi del cuore di Alle prese con una verde Milonga, Dancing, Max e Sotto le stelle del jazz, Nina.
Un solo bis ed è quasi un regalo, perché Conte ne concede davvero pochi, e aveva stupito tutti proprio dieci anni fa perché chiuse lo spettacolo senza rientrare sul palco.
Lui si è sempre sottratto alle lusinghe e come raccontava al giornalista dopo il concerto di Londra, "trovo di cattivo gusto approfittare della notorietà per lanciare messaggi". Un signore di altri tempi, con uno spettacolo che regge solo sulla buona musica e le sue canzoni sono un po’ come un buon vino, invecchiando si assaporano con ancora maggior gusto.
Varese è una tappa speciale per Paolo Conte che domani riceverà il premio del Festival del racconto “Le Parole della Musica”, in collaborazione con il prestigioso Premio Tenco.
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