World school forum, diario di bordo
Ecco cosa stanno facendo le tante delegazioni di studenti accolte dalla città di Busto e in particolare dall'Itc Tosi in merito alle emergenze umanitarie post terremoto
Macau, Cina, Stati Uniti, Tailandia, Germania, Canada, Sud Africa, Turchia, Australia, India, Indonesia, Romania, Nuova Zelanda, Giappone, Finlandia, Francia, Corea, Gran Bretagna, Russia e Sri Lanka: tutti presenti all’appello. Giovedì 13, le ventuno delegazioni del World School Forum sono giunte da tutti i continenti a Busto Arsizio. All’atterraggio, i tutor del “Tosi” hanno accompagnato studenti e docenti in viale Stelvio, dove sono stati accolti dalla preside Nadia Cattaneo e dallo staff dell’ITC. Nelle luci della sera, l’energia dei novanta delegati in attesa di partire per il Garda Village di Sirmione, la location in cui si terrà la prima sessione dei lavori, è contagiosa.
Alle 9.30 di venerdì 14, il WSF 2011 ha ufficialmente inizio. I delegati, comprensibilmente emozionati, sono stati presentati al gruppo da Marien Rosentiel, docente della Kanto High School di Tokyo, tra gli applausi dei compagni. La preside Cattaneo, nel dare il benvenuto dell’ITC ai suoi ospiti, ha voluto ricordare la felice intuizione del suo predecessore, il prof. Benedetto Di Rienzo, oggi fiduciario della World School Task Force, nell’aderire al partenariato e il successo della prima edizione della manifestazione a Busto nel 2008. La Preside ha poi voluto esprimere solidarietà al popolo giapponese, che sta tenacemente ricostruendo il proprio Paese, anche dopo che i riflettori dei media si sono spenti. Poi, rivolgendosi ai ragazzi ha espresso un’esortazione e un augurio: “Proteggiamo il mondo! Spero che voi modificherete il futuro in meglio: siamo diversi, ma siamo accomunati da ideali comuni”. Altrettanto toccante il discorso di Daryoosh Matsudaira, direttore del Forum: “Il WSF è una scommessa che dura da quindici anni: tutto è possibile, anche ricostruire”. Il pensiero è poi tornato al Giappone e alle sue vittime.
In mattinata, per entrare nel vivo della tematica, i partecipanti hanno potuto ascoltare due lezioni magistrali, introduttive ai lavori. Bruna De Marchi, già coordinatrice del programma “Emergenze di massa” presso l’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, ed esperta di sociologia dei disastri, ha ricostruito il quadro delle esperienze italiane nell’affrontare i terremoti. A Donata Lodi, direttore dei programmi e delle relazioni internazionali di UNICEF Italia, invece, è toccato il compito di illustrare i problemi psicologici affrontati dai bambini coinvolti nei disastri ambientali.
Alla ripresa pomeridiana dei lavori, Angelo Gorla e Corinne Francese, rispettivamente direttore e capo dipartimento della Protezione Civile di Varese, hanno illustrato il ruolo dell’organo che in Italia si occupa della previsione, prevenzione, gestione e superamento degli eventi straordinari, con particolare riferimento alla specificità dell’esperienza varesina. Vincenzo Lotito, comandante dei Vigili del Fuoco della provincia di Varese, ha efficacemente messo in luce quale sia stata la risposta italiana al terremoto in Abruzzo. Nel tardo pomeriggio, hanno poi avuto luogo le presentazioni dei primi cinque Paesi ospiti, un momento di conoscenza reciproca, pensato per comprendere uno dei messaggi chiave del Forum: essere uniti nella diversità. In serata, il gruppo di animazione degli allievi dell’ITC ha proposto uno spettacolo dal vivo di musica italiana.
Nella giornata di sabato, incontri seminariali, volti ad illustrare il metodo di lavoro e le “regole del gioco” del Forum, si sono alternate alle presentazioni dei rimanenti Paesi. Il gruppo è poi partito per il lungo viaggio che, da domenica 16, sta portando i partecipanti attraverso la Penisola, da Venezia, fino a Roma e L’Aquila, dove, martedì 18, visiteranno la “zona rossa”.
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