“La tempesta perfetta è avvenuta nel mio cuore”

L'amministratore delegato della Tecnomatic Group di Teramo, leader nel settore dei motori elettrici, racconta come si è risollevato dalla crisi

da destra: Innocente Figini, fondatore di Cometa, Claudio Merletti, provveditore agli studi, Sergio Segato,presidente di Cdo Varese, Giuseppe Ranalli, amministratore delegato di Tecnomatic GroupÈ il 1997. Giuseppe Ranalli a soli 26 anni compra un’azienda decotta, accollandosi un debito di 3 miliardi di lire. In poco tempo la Tecnomatic Spa, specializzata nella produzione di motori elettrici, si riprende. Le cose vanno così bene che dal 2004 al 2008 vengono fatti grandi investimenti in ricerca e sviluppo nella green economy.
Una sera, mentre è a cena con alcuni collaboratori e «sotto l’effetto di un buon Montepulciano», vino rosso nobile e corposo, Ranalli ha un’intuizione: mettere un filo di sezione quadrata nello statore dei motori elettrici. Da quell’intuizione alcolica nasceranno 17 brevetti internazionali. «Crescevamo in continuazione – racconta l’imprenditore abruzzese-. Nel gennaio del 2008 avevo il portafoglio degli ordini completo. Ho assunto altre 30 persone, ma a giugno, con i magazzini pieni per soddisfare tutte le commesse, l’economia si blocca. È la crisi».
I clienti smettono di pagare, in banca mancano all’appello12 milioni di euro. L’imprenditore dà fondo a tutte le sue risorse, chiede l’anticipo delle fatture per far fronte alle pressioni dei creditori. E siccome in poco tempo non c’è più niente da anticipare, decide di non rispondere più alle telefonate dei fornitori e degli istituti di credito.
Un bel giorno decide di andare a Milano ad una scuola di comunità (un momento di catechesi e di confronto organizzati di Comunione e liberazione) e qui avviene il cambiamento decisivo. «Mi venne chiesto quale fosse il contrario della pace – racconta Ranalli – e io risposi che era la guerra. Invece, no: era la paura. Ed io ero pieno di paura perché on mi confrontavo con gli altri sulla mia condizione, mi mettevo una maschera e uscivo di casa come se nulla fosse. Ho fatto tutto il viaggio di ritorno piangendo, ma ero contento perché avevo capito che dovevo togliermi quella maschera in  quanto non ero felice. Ero bloccato come gli altri. Ho capito che non bisogna avere paura della nostra umanità. Gesù aveva già vinto indipendentemente dal fatto che la mia azienda si salvasse o meno».
Ranalli decide di rispondere ai fornitori e capisce che non è poi così terribile ammettere la propria situazione di difficoltà. Ne convoca 4 e poi, visto che erano 400, li incontra a gruppi di 100 in azienda. Gli mostra i reparti, la produzione, la progettazione, le slide, i dati, il portafoglio ordini prima della crisi, i brevetti internazionali, i progetti e naturalmente anche le difficoltà. «Mostravo la realtà così com’era – sottolinea l’imprenditore – con trasparenza e loro mi ascoltavano. E così ho fatto con le banche, le ho invitate in azienda ed erano in carne ed ossa, mica persone giuridiche. Nessuno mi ha negato l’aiuto».
A quel punto mancano solo i dipendenti. «Ero diventato un professionista delle convocazioni – continua Ranalli- e così ho chiamto anche i miei collaboratori. Ho spiegato come stavano le cose, aggiungendo che non avrei tirato fuori dal garage la mia Aston Martin, che per me è la prova provata dell’esistenza di Dio,  fino a quando ci fosse stato un solo lavoratore in cassa integrazione. Ho chiesto di razionalizzare tutte le risorse e così abbiamo riciclato tutto il riciclabile, tranne la carta igienica. Siamo ripartiti da quello che c’era e non da quello che mancava. Nessuno se ne è andato, non ho perso nemmeno una persona».
Il giorno dopo la convocazione, i collaboratori della Tecnomatic riconsegnano all’imprenditore 13 auto aziendali. Nel giro di tre anni l’azienda di Ranalli risorge, costituisce una joint venture con i  tedeschi e attualmente ha un portafoglio ordini è già completo per tutto il 2013.
Ma il capolavoro è la realizzazione di un campus in Abruzzo a cui partecipano 110 aziende, per sviluppano progetti innovativi legati all’ecosostenibilità nel settore automobilistico.
«Nei motori del futuro pulsa il cuore verde italiano» recita lo slogan della Tecnomatic. In quello di Ranalli pulsa la fede.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Novembre 2011
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