Liuc, il nuovo anno accademico da primi della classe
Prima volta per il neorettore Valter Lazzari che ha presentato le sfide dell'ateneo castellanzese e i grandi risultati ottenuti in vent'anni sul territorio che la posizionano ai vertici delle classifiche Almalaurea
La Liuc apre il suo 21esimo anno accademico nel segno della crisi economico-finanziaria ma anche della speranza. Questa mattina, lunedì, il nuovo rettore Valter Lazzari, in versione togata insieme al preside di ingegneria Giacomo Buonanno e al preside di giurisprudenza Mario Zanchetti, ha aperto ufficialmente l’anno accademico 2011/2012 preceduto dal presidente di Liuc Paolo Lamberti. A lui il compito di fare il punto della situazione dell’ateneo che vede crescere gli iscritti e la qualità dell’insegnamento: «Sono oltre 7 mila i laureati usciti da questo ateneo in vent’anni, 36 i dottori di ricerca e parte di loro forma oggi il corpo docente della nostra stessa università – ha ricordato Lamberti sottolineando la maturità dell’ateneo – ma non solo con questi numeri si fa il bilancio di un’università: altri più eloquenti sono quelli delle classifiche stilate da giornali ed enti come Censis e Almalaurea che pongono Liuc alle posizioni apicali».
Il rettore Lazzari ha esaltato, invece, l’ottimo funzionamento dei servizi universitari, ringraziando proprio

In conclusione, prima delle prolusioni su economia e destino dell’eurozona, ha parlato anche Sebastiano Signò, rappresentante degli studenti nel Consiglio di Amministrazione di Liuc. Il giovane ha incentrato la sua relazione su due aspetti: la crisi economico-finanziaria che sta attraversando il vecchio continente e con esso l’Italia e la situazione degli studenti del suo ateneo. Signò si è appellato alla politica «perchè si impegni nella ricerca di soluzioni alla crisi del Paese (appello fatto proprio dal deputato Pd Daniele Marantelli in un intervento finale, ndr)» e ha auspicato «che la soluzione trovata dal cda per la gestione del Campus interno all’università risolva i problemi annosi e i disservizi che questo crea a chi lo vive, gli studenti appunto».
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