Il Pd replica al sindaco: “La biblioteca non è un covo di comunisti”
Il direttivo cittadino del partito interviene sulla vicenda del libro "sequestrato"
Il direttivo del Pd di Sesto Calende commenta la decisione del sindaco Marco Colombo di togliere dagli scaffali della biblioteca il libro sulla Lega Nord. Pubblichiamo la nota diffusa alla stampa
Prima di ogni commento politico riteniamo dovuto un riferimento ai fatti.
1. La biblioteca di Sesto Calende, come ovviamente altre biblioteche della Provincia, ha acquistato una copia del libro “L’idiota in politica” di Lynda Dematteo, edito da Feltrinelli.
2. Quando l’assessore alla Cultura di Sesto chiede in prestito il libro, questa copia è già in uso da un lettore: le viene quindi recapitata, tramite l’interprestito bibliotecario, una copia della biblioteca di Busto Arsizio.
3.Qualche tempo dopo ritorna a disposizione la copia di proprietà sestese, ma immediatamente viene prenotata da un cittadino di Somma: infatti lunedì mattina (30 gennaio), sempre tramite l’interprestito, questa copia raggiungerà il nuovo lettore.
4. Stante questi i fatti è difficile capire nel merito l’intervista che il sindaco di Sesto ha rilasciato al giornalista del Corriere: è come se, impreparato alla domanda, avesse lì per lì inventato una risposta, peraltro molto fantasiosa, che ormai è nota all’Italia intera.
LA POLITICA
Dopo aver “scatenato” un diluvio di commenti il Sindaco si rende conto che la sua versione dei fatti non è più sostenibile e trasferisce nel contesto politico le sue accuse: passa dal libro ai luoghi e alle persone, meglio alla bibliotecaria.
Secondo Colombo la biblioteca di Sesto “comunale, popolare e divulgativa” è un covo di comunisti (ma leggono solo i comunisti?), gestito da dipendenti comunisti che “utilizzano il loro tempo non per erogare servizi, ma per fare politica attiva, denigrando l’amministrazione comunale”.
Come rispondere a queste accuse? Ogni cittadino sestese di buon senso capisce che dietro a queste frasi c’è veramente una difficoltà psicologica nel parlare di cultura, come se a torto o a ragione il Sindaco si reputasse figlio di un dio minore.
In questo contesto si staglia nitida la figura della bibliotecaria che ricorda a tutti il valore della dignità della persona, non commerciabile neppure di fronte al ricatto.
A fronte della vergognosa ostentazione di irresponsabilità da parte del Sindaco ci rivolgiamo all’assessore alla Cultura, prof.ssa Fantino, perché si smarchi.
L’ultima considerazione la lasciamo agli amici leghisti di Sesto: ne abbiamo molti che sappiamo avere un ottimo rapporto con la cultura, che sappiamo essere grandi lettori, quanto e più di noi, amici che in questi giorni si sono trovati certamente in difficoltà: a tutti loro va la nostra solidarietà.
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