Il viceministro e il Paese delle trote

Di Enzo Rosario Laforgia

Eccellente. Un precoce viceministro al Welfare (nella foto)ha voluto mandare, come ha dichiarato egli stesso, «un messaggio chiaro ai giovani». Certo, da un giovane viceministro con ricco e sfolgorante curriculum, di madrelingua francese, «grafomane», come si definisce nella sua pagina web, ci si aspetterebbe un linguaggio più forbito e curato. E invece, sorprendentemente, usa lo stesso vocabolario da trivio del neoanalfabetismo di massa. Definisce «sfigati» coloro i quali arriverebbero alla laurea oltre la soglia dei ventotto anni. Eccellente. Ma perché proprio la soglia dei ventotto anni dovrebbe rappresentare il punto di non ritorno per dichiarare il fallimento della propria esistenza (provo così a tradurre il termine «sfigato», non avendo molta familiarità con il vocabolario del viceministro)? Forse perché tra i ventisei e i ventinove anni il viceministro era già vincitore di un posto da ordinario all’Università. Sono pertanto portato a pensare che la vita esemplare del brillante viceministro vada assunta come paradigma assoluto e scala universale per valutare le nostre esistenze.

Ma, in Italia, nel fantastico Paese delle trote, c’è sempre il sospetto che i solidi curricula siano in qualche modo geneticamente condizionati. Insomma, nel Paese dove si è e si diventa non ciò che si vale ma ciò che può permettersi di farti diventare la famiglia da cui provieni, è sempre strisciante il sospetto che anche le brillanti e folgoranti e luminose carriere siano la scontata conseguenza della famiglia di provenienza e della rete di protezione che essa ha costruito intorno al proprio figliuolo.

Adesso, senza nulla togliere alle indubbie capacità di cotanto viceministro, dopo le sue simpatiche parole non può non venire in mente che nel 2010, ad esempio, i senatori Ichino, Zanda e Morando avevano chiesto al ministro Brunetta se non fosse inopportuno che Antonio Martone, noto magistrato di Cassazione, nominato dall’allora ministro della Pubblica amministrazione presidente della Commissione per la Valutazione, l’integrità e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche, stipulasse un contratto di consulenza per 40mila euro circa «su di un tema di nessuna urgenza e di poco apprezzabile rilievo» proprio con il figlio, il brillante Michel Martone, attualmente viceministro (Interrogazione n. 4-04178 presentata alla Presidenza del Senato il 26 novembre 2010 e pubblicata nella prima seduta plenaria del Senato successiva a quella data, il 6 dicembre 2010).
Ora, il giovane viceministro è sicuramente persona esperta, capace e dal futuro radioso (come del resto radioso è stato anche il pur breve passato alle sue spalle). Tuttavia, da una persona di Governo ci aspetteremmo risposte, anziché rozze semplificazioni. Perché non possiamo restare nel dubbio. Non vogliamo pensare che, per non essere aspiranti «sfigati» senza futuro e senza lavoro, i nostri figli debbano quanto prima farsi adottare da famiglie più solide, rassicuranti e con migliori relazioni sociali.

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Pubblicato il 25 Gennaio 2012
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