Quella scivolata fatale

Parla Aurelio Nava, il vice presidente dello Sci Club Stabio. Era presente all’escursione ad Airolo dove ha trovato la morte il piccolo

«Sì, il pendio era ripido, ma è stata davvero una sciagura che sarebbe potuta capitare a chiunque». A parlare è Aurelio Nava, vice presidente dello sci club Stabio: lui era presente questa mattina sulle piste di Airolo, dove il piccolo di Cantello ha perso la vita.
«Ci eravamo dati appuntamento presto, come al solito quando si parte tutti assieme per l’uscita domenicale. Ne avevamo organizzata una anche per lo scorso 7 gennaio, a Splugen. Siamo arrivati ad Airolo che il tempo era ottimo, c’era il sole, una buona visibilità».
Qui, – prosegue lo sciatore – il gruppo si sfoltisce: c’è chi scia assieme ai compagni di sempre e chi decide per una sciata con amici o parenti. «I bambini di solito sono accompagnati dai genitori, e e sono soli, vengono sempre affiancati da “monitori”».
Cominciano le prime discese, poi la tragedia, verso le 11.30.
«Il bambino è scivolato e ha battuto la testa contro un blocco di neve ghiacciata: nonostante avesse il caschetto, la botta non gli ha dato scampo».
Nava è rimasto incredulo: «Io ho 45 anni, e scio da quando ne avevo 5 – conclude – . Ma le assicuro che questa disgrazia sarebbe potuta succedere anche a me».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Gennaio 2012
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