Elcon a Castellanza con anche un inceneritore

Anche se il piano industriale non è ancora arrivato, i cittadini di Casalpusterlengo dove era originariamente previsto l’impianto scendono in campo e avvisano: “non credete a Elcon”

Si sarebbe dovuto parlare di Elcon e dei progetti di espansione nell’area della ex Montedison ma alla fine si è discusso del più generico inquinamento della zona. Nella “commissione ambiente” del comune, convocata la sera del 22 febbraio, chi sperava di avere qualche certezza sul progetto che sembra voglia portare nel polo chimico un centro per il trattamento delle acque reflue è tornato a casa deluso e preoccupato. Infatti, sul tavolo del sindaco Farisoglio non è ancora arrivata nessuna certezza sulle intenzioni del piano di sviluppo che la società israeliana avrebbe per l’area compresa tra Castellanza e Olgiate.

Ma se di ufficiale non c’è niente, le voci che circolano mettono in allarme i cittadini. Sono gli abitanti di Casalpusterlengo ad avvisare con una lettera i castellanzesi dei rischi a cui stanno andando in contro. Era proprio quel paese del lodigiano ad essere stato individuato in origine dalla Elcon per accogliere la nuova struttura ma la mobilitazione dei cittadini in soli 6 mesi ha fatto abortire il progetto. “Noi, purtroppo, conosciamo fin troppo bene questo progetto” scrivono i responsabili del comitato Casalerespira, che prevedeva non solo un impianto di trattamento delle acque ma un vero e proprio inceneritore per bruciare gli scarti finali del processo e che quindi “immetterebbe direttamente in atmosfera ogni giorno, per 365 giorni l’anno, polveri sottili, veleni, diossine”. E quel programma sarebbe “lo stesso identico progetto” previsto oggi a Castellanza.

La scelta della cittadina del Basso Varesotto non è stata casuale -e preventivata già a ottobre- perchè il polo chimico è ben servito da infrastrutture ed è in una posizione che renderebbe l’impianto appetibile a tutte le aziende Lombarde, Piemontesi e dell’alta Emilia. Questo, stando alle stime che il presidente di Casalerespira, Simone Peviani, ha rilasciato ad un giornale del lodigiano si tradurrebbe “in 30 camion in ingresso al giorno e 500 tonnellate al giorno di trattamento”.
La situazione di Castellanza oggi sarebbe la stessa che hanno vissuto a Casale l’anno scorso con “poche informazioni e tanto fumo attorno alla vicenda” con persone “che spesso vorranno traviare la vostra opinione” e “qualcuno insisterà fino all’ultimo per chiamare l’impianto Elcon con altri termini, impropri e quindi fuorvianti”.

Anche se il sindaco Farisoglio si dice «pronto a respingere il progetto se non andasse bene» il monito che arriva dal comitato, che si rende disponibile ad aiutare Castellanza nella sua battaglia, è che “la tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente non sono monete di scambio né tanto meno beni di proprietà di pochi, quindi abbiamo deciso di non scendere ad alcun compromesso con l’amministrazione o i privati che avevano a cuore solo i propri interessi e, battendo ogni strada possibile e senza lasciare nulla di intentato, abbiamo portato a casa, in poco più di sei mesi, la certezza che la nostra salute e quella dei nostri figli non saranno sicuramente minate dalla Elcon né da impianti di incenerimento simili”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Febbraio 2012
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