Sel: “Il Baff diventi un ente pubblico”

Il coordinatore cittadino Parini lancia una proposta: «Il festival del cinema scelga un tema caratterizzante e si trasformi in una fondazione pubblico-privata», altrimenti resti privato ma basta soldi dal comune

Il Baff? O lo si trasforma in un ente pubblico oppure deve ridimensionarsi e trovare fondi privati. A dieci anni dalla sua nascita Sinistra ecologia libertà propone un’analisi del festival cinematografico che sta per iniziare in città. Secondo il coordinatore cittadino Fabio Parini «100 mila euro da un’amministrazione pubblica ad un soggetto privato sono assolutamente fuori misura ma non certo perché in un momento di particolare difficoltà per le finanze pubbliche la cultura debba essere considerata – come troppo spesso accade – un settore da penalizzare più degli altri perché pleonastico e improduttivo». Anzi Parini ritiene che il Busto Arsizio Film Festival sia «una benemerita istituzione ma che sia fondamentalmente privata e che ha deciso autonomamente di esistere e che deve perciò essere in grado di autofinanziarsi. La sua sopravvivenza, dunque, non può essere fatta dipendere, sotto forma di ricatto economico, dall’ente pubblico».

Secondo Sel se si vuole che il ruolo del finanziamento pubblico (Regione, Provincia, Comune) sia decisivo «si trasformi il Baff in un ente pubblico, dotato di un Consiglio di Amministrazione e di una Direzione Artistico – Scientifica di cui facciano parte anche eminenti personalità della cultura cinematografica e multimediale designati dal Consiglio Comunale e alcuni rappresentanti delle scuole superiori di Busto». Questa la proposta del partito di Vendola che va anche oltre e propone, in questa prospettiva, di ridefinirne la specificità caratterizzandolo con un’unicità e originalità del tema tale da giustificarne l’esistenza e dunque un cospicuo investimento pubblico. «Come il Festival di Giffoni, per esempio, è dedicato al cinema per i giovani, così il BAFF potrebbe scegliere di caratterizzarsi su un tema specifico: il lavoro nel mondo contemporaneo, oppure la condizione femminile, la società multietnica, il rapporto uomo-scienza, ecc. , oppure ancora potrebbe essere finalizzato alla promozione solo di film di qualità non distribuiti dai grandi network cinematografici», e forse potrebbe essere proprio quest’ultimo il tema più in linea con quello che il Baff è stato in questi dieci anni.

Infine la riflessione di Parini punta ad allargarne l’orizzonte:«Occorre invece farne, nel caso della sua conversione in ente, fondazione o altro, di natura mista pubblico-privata, un laboratorio di ricerca e proposta destinato a servire l’intero comprensorio Malpensa- Gallarate-Busto-Legnano-Valle Olona, sostenuto dal contributo pro-capite di tutti i comuni interessati. Nessuno ovviamente impone al BAFF di mutare natura, finalità e modello di gestione, ma nessuno può pretendere che esso sia destinatario di donazioni sovradimensionate da parte del comune di Busto Arsizio che nel contempo lesina contributi ad altre iniziative altrettanto significative riducendole spesso a mortificanti elemosine».

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Pubblicato il 13 Marzo 2012
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