Sea: “Non c’è solo la terza pista, dobbiamo pensare al futuro di Malpensa”
Ultieriore chiarimento del direttore delle relazioni esterne di Sea, Claudio Del Bianco, dopo le dichiarazioni che hanno fatto scalpore: "La terza pista è solo una delle novità previste dal masterplan"

E il quadro è quello della progettazione e approvazione del masterplan, il piano di sviluppo dell’aeroporto, che si basa su una strategia aziendale che l’azienda milanese ha reso nota da tempo.
La necessità di ampliare e sviluppare l’aeroporto poggia, secondo Sea, su due previsioni in particolare. Da un lato c’è la speranza di un piano di riordino e di sviluppo nazionale per quanto riguarda le infrastrutture aeroportuali. Sea confida nello studio preliminare per il piano degli aeroporti realizzato da One Works, Nomisma e Kpmg, ora all’attenzione del ministero dello sviluppo, che indica in Malpensa e nel suo sviluppo uno degli obiettivi strategici da perseguire.
Ancor prima, però, Sea vuole mettersi nelle condizioni infrastrutturali per agganciare il maggior traffico aereo previsto nei prossimi anni, dato che l’industria aeronautica quantifica in un aumento annuo di passeggeri dal 4 al 6%. Oltreché alle stime sull’incremento potenziale del comparto merci.
Solo che per intercettare questo aumento di traffico previsto servono infrastrutture. E per realizzarle serve molto tempo. «Quindi, già da tempo noi ci siamo posti il problema – spiega lo stesso Del Bianco -: come ci prepariamo a questo traffico futuro?».
Così è nato il masterplan, il piano di sviluppo costruito attraverso numerosi studi di fattibilità, che Sea
ha già sottoposto e fatto approvare a Enac, che ne ha certificato la regolarità tecnica.

La terza pista è solo una delle novità previste proprio da questo masterplan, insieme alla costruzione di nuovi insediamenti per l’attività aeroportuale. Per lo stesso masterplan serve però anche il via libera per quanto riguarda la sua sostenibilità territoriale. È stata predisposta, e sottoposta alle valutazioni degli enti territoriali coinvolti, la valutazione d’impatto ambientale attualmente in via di discussione.
Terminata la VIA (gli ambientalisti e diversi comitati chiedono sia fatta anche la Vas, cioè la valutazione ambientale strategica, che implica qualche passaggio e impone più paletti rispetto alla Via), se approvata, con eventuali prescrizioni, si aprirebbe successivamente una conferenza dei servizi con tutti gli enti interessati che si siederanno attorno a un tavolo per affrontare minuziosamente i problemi dell’espansione.
E questi sono solo i passaggi per ottenere l’approvazione del progetto di sviluppo, che è comunque avviato e in attesa di una conclusione.
Ricevuto l’ok spetterà all’azienda capire come, se o in che misura avviare la realizzazione dei nuovi interventi infrastrutturali. Ed è in questo passaggio che si inseriscono le parole di Del Bianco sulla valutazione dei dati di traffico reali o di eventuali previsioni sul traffico atteso: «Anche perché tutte le nostre attività devono produrre reddito, essendo la Sea una S.p.a. – spiega Del Bianco -. Le nostre valutazioni poggiano sulle previsioni di crescita del traffico; sulla possibilità di sviluppo degli aeroporti di seconda linea come il nostro, a differenza dei principali scali europei che stanno raggiungendo il livello di saturazione; sulle quote di trasporto merci che nel nostro territorio vengono ancora dirottate su gomma o su altri scali europei; e su tanti altri fattori che continueranno ad essere monitorati e valutati». Ed è infine da queste valutazioni che Sea procederà all’esecuzione dei lavori.
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