Frode da 100 milioni, 24 imprenditori denunciati

All'alba scatta l'operazione Textus da parte delle fiamme gialle lariane. Nel mirino degli investigatori un'evasione fiscale di 32 milioni e un meccanismo che favoriva la concorrenza sleale nel campo dei richiestissimi prodotti elettronici. Sequestri in tutt'Italia

vetrina cellulareEcco il motivo di quei telefonini fortemente sottoprezzo, dei lettori mp3 quasi regalati, dei pc con cartellino che, nonostante la crisi, fan metter mano al portafogli.
Un enorme giro di fatture false con IVA non pagata nel campo delle aziende che commercializzano in elettronica: telefonini, prodotti hi-tec che ha portato la Guardia di Finanza di Como al maxi sequestro, stamani, di conti correnti, titoli, e numerosi immobili e partecipazioni societarie per un valore complessivo di 32 milioni. Un volume enorme di prodotti fortemente richiesti dalla clientele, che, col sistema di società prestanome, oltre ad evadere il fisco, immetteva sul mercato prodotti rischiosissimi, a prezzi che uccidevano la concorrenza.
È questo il primo risultato dell’operazione "Textus" delle fiamme gialle lariane che stanno dando esecuzione, già dalle prime ore della mattina, al sequestro di numerosi beni mobili e immobili intestati a due società e ai suoi due amministratori che sono indagati nell’ambito di una complessa attività di indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Como che ha consentito di individuare un sistema di frode cosiddetta “carosello” (perché ai prodotti oggetto di questo raggiro si fa compiere un’iperbole incredibile fra società cartiere italiane e associate comunitarie) in materia di IVA.guardia di finanza
I sequestri sono stati disposti dal Gip presso il Tribunale di Como e coinvolgono 11 conti correnti, 3 depositi titoli, 6 tra immobili e terreni dislocati in due province (tra cui anche quella di Nuoro), 4 autoveicoli e partecipazioni societarie in 6 aziende, per un valore complessivo di circa 32 milioni di euro.
Per eseguire questa operazione, dicono dal comando di Como, è stato applicato l’innovativo istituto del "sequestro per equivalente", grazie al quale possono essere sottoposti a confisca anche beni non direttamente connessi al reato, ma che siano nella disponibilità dell’indagato. In caso di condanna, pertanto, i beni verranno
confiscati ed acquisiti dall’erario.
Sono state individuate, complessivamente, 23 società “cartiere” operanti a livello nazionale (Lazio, Campania, Toscana e Piemonte) che, nel periodo 2006/2010, attraverso la triangolazione con 5 società localizzate in altri stati UE (Spagna, Germania, Lussemburgo,
Repubblica Ceca, Cipro), hanno introdotto sul territorio italiano articoli di elettronica evadendo l’iva non pagata appunto dalle "cartiere": si tratta di società che nascono e muoiono nel giro di pochi mesi. L’iva deve essere pagata dall’ultimo acquirente, che, in questo caso, risulta irreperibile con evidente danno per le casse dell’erario.
"Tale meccanismo – dicono gli investigatori – oltre ad aver determinato una colossale evasione fiscale, ha fortemente contribuito ad inquinare il mercato nello specifico settore, poiché la vendita di prodotti con l’IVA “lavata” mette fuori mercato gli operatori onesti che pagando l’imposta dovuta, si trovano a vendere i prodotti ad un prezzo maggiore.
A beneficiare del sistema di frode sono state due aziende comasche che hanno annotato nella propria contabilità fatture false per oltre 100 milioni di euro, evadendo IVA e imposte dirette per complessivi 32 milioni di euro.
Sono stati inoltre denunciati alla magistratura lariana 24 imprenditori per frode fiscale, emissione ed utilizzo di fatture false ed indebita compensazione di crediti IVA e sono state interessate dalle indagini altre 8 Procure della Repubblica competenti per territorio (Roma, Napoli, Santa Maria Capua Vetere, Nola, Tivoli, Pisa, Torino, Latina).

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Maggio 2012
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