Varese, sogno infranto sul più bello. In Serie A ci va la Sampdoria

Una rete di Pozzi nel recupero firma lo 0-1 davanti ai 10mila di Masnago: un pareggio non sarebbe comunque bastato. La traversa di Neto e un errore di Plasmati condannano i biancorossi

La Juve, il Milan, l’Inter non verranno neppure l’anno prossimo a impreziosire i pomeriggi di Masnago. Niente Serie A nemmeno questa volta: il Varese si sveglia ancora a un passo dal sogno cullato per tutta la stagione come nel famoso ’82 o nel recente 2011.
Lo fa a testa altissima di fronte a una Sampdoria che invece alla massima categoria è abituata e che se la riprende a soli dodici mesi dalla caduta in B completando con il gol di Pozzi al 91′ una rimonta difficile. Quel Pozzi che la partita di stasera non avrebbe dovuto giocarla per via di una gomitata su Troest graziata due volte ma tant’è, visto che anche lo 0-0 avrebbe qualificato i doriani.
Il Varese aveva bisogno di una vittoria e invece ha chiuso il match senza reti, maledicendo quella traversa su cui si è fermata l’unica magia di Neto Pereira e piangendo su quell’occasione nel finale avuta e non sfruttata dalla torre Plasmati quando ancora il risultato era in bilico. Poche palle gol, troppo poche rispetto al solito un po’ perché la mancanza dello squalificato Zecchin si è avvertita (dieci corner “depotenziati” dalla sua assenza) e un po’ perché la Samp ha disputato una partita maiuscola nel chiudere gli spazi ai biancorossi. Rivas triplicato, Kurtic poco incisivo, Nadarevic volenteroso ma arruffone, Corti impreciso: le fonti del gioco varesino hanno trovato pochi sbocchi verso le punte e così, dopo la pressione della prima mezz’ora, la squadra di Maran ha iniziato a faticare.
E a nulla è valso il finale d’arrembaggio perché la Samp non si è spaventata e su una palla persa dal Varese ha inchiodato la palla del successo alle spalle dell’incolpevole Bressan. Gli applausi del pubblico di Masnago, sentiti e sacrosanti, omaggiano un gruppo di ragazzi di cui essere orgogliosi, ancora una volta. Un gruppo che avrebbe meritato un premio con la A maiuscola e che invece sarà ricordato come quello del “Miracolo a Varese”. Un miracolo ancora sfumato per un soffio.

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COLPO D’OCCHIO – A mezz’ora dal fischio iniziale il Franco Ossola è già imbottito di quasi diecimila tifosi, giunti all’interno del vecchio impianto senza particolari intoppi e senza incidenti. Tanti i segnali d’affetto da parte dei fans biancorossi che cullano un sogno lungo 37 anni; striscioni, magliette, sciarpe e bandiere: non ce n’è uno senza i colori del cuore. Terreno bagnato ma non pesante: qualche scroscio di pioggia anticipa la partita ma senza rovinare il manto erboso; l’acqua torna poi a cadere dopo l’avvio. Tanti gli ex del Varese sugli spalti: Pisano, Ambrosetti, Limido, A. Mazzola, Gorini solo per fermarsi a qualche nome.

CALCIO D’INIZIO – Terlizzi gioca, Grillo va in panchina: queste le scelte di Maran in relazione alle condizioni di salute dei due difensori con il terzino sostituito da Pucino e Cacciatore spostato a sinistra. Scelta tecnica invece in avanti, con Granoche preferito a De Luca. Sampdoria che inizia più coperta, con un 4-4-2 a rombo senza un vero trequartista e con Juan Antonio addirittura in tribuna. In porta, con Romero tornato in nazionale, gioca il brasiliano Da Costa.

IL PRIMO TEMPO – Due corner in 6′ e un Granoche pimpante sono i biglietti da visita che il Varese consegna agli ospiti: l’uruguagio all’8′ costringe Obiang al cartellino giallo. La Samp però tesse una ragnatela fitta che interrompe le trame del Varese, anche un po’ impreciso in fase di impostazione; al 13′ c’è anche un passaggio profondo per Eder ma il brasiliano sbaglia tutto al momento del cross. Il Varese prova allora un’azione “collettiva” che permette a Nadarevic di tirare dal limite ma la palla è altissima. Ben altro brivido sente Da Costa al 18′: angolo di Nadarevic battuto basso e deviazione rasoterra di Pucino che si spegne a fil di palo. C’è anche il primo guizzo di Neto al 20′: palla rubata e passaggio per Rivas che prova il destro, troppo centrale e preda del portiere. Segnali di un Varese pronto a buttarsi nei pochi spazi che gli vengono concessi e il nuovo tentativo viene creato al 23′ tra Granoche, Neto (velo) e Rivas che però affretta il tiro e calcia sull’esterno della rete. La Sampdoria non vuole soffrire ed esce così dal guscio con il solito schema da Eder a Pozzi che però non arriva sul pallone all’altezza del dischetto.
Tocca allora a Nadarevic provare la fiondata al 27′: rasoterra insidioso e palla fuori di poco alla sinistra di Da Costa. Gli animi si scaldano al 29′ quando Pozzi entra in modo falloso a centrocampo scatenando l’ira dei varesini: il blucerchiato ha la peggio e viene pure ammonito. Sulla punizione il Varese va a un millimetro dal gol: sponda di Terlizzi e girata improvvisa di Neto che stampa la palla sulla traversa (foto di S. Raso) con un gran destro a girare.
La risposta doriana è altrettanto pericolosa e dopo un tentativo di Eder gli ospiti urlano al gol due volte al 35′. Munari si infila sulla destra e crossa per Pozzi di testa: Pucino salva sulla linea e poi Bressan e Terlizzi fanno muro sulla ribattuta ravvicinata di Soriano. L’inerzia diventa blucerchiata e poco dopo è di nuovo Bressan in due tempi a salvare su punizione tesa di Eder. Per far passare la paura il Varese si catapulta di nuovo in avanti e colleziona ben quattro corner in pochi istanti ma la retroguardia di Iachini fa sempre buona guardia.

LA RIPRESA – Un lancio improvviso in direzione di Pozzi – forse in fuorigioco – dà il via alla seconda frazione e chiama Camisa a un recupero difficile ed efficace. Il Varese appare un po’ a corto di idee, soprattutto perché Kurtic manovra senza incidere e Rivas viene costantemente raddoppiato o triplicato. La Samp se ne accorge e ci prova due volte dopo il 10′, prima con una staffilata di Rispoli fuori di poco e poi dopo un errore di Terlizzi su cui la difesa rimedia a qualche modo. I minuti che trascorrono senza sussulti però sono tutta fieno in cascina del Doria: serve una scossa ma non basta il bel lancio di Pucino per Granoche che prova la conclusione con la palla a sfilare nell’area piccola senza pericolo per Da Costa, poi ammonito per perdita di tempo.
Tra i giocatori che si scaldano Maran richiama allora De Luca e lo inserisce per Pucino: si va con il 3-4-3 provato nella rifinitura. Poco dopo tocca a Plasmati per Granoche e il lungo attaccante tocca subito verso la porta su traversone di Nadarevic ma la conclusione non impegna troppo Da Costa. I blucerchiati intanto le provano tutte per perdere tempo: sintomatico il cambio Munari-Laczko che dura almeno un minuto mentre Pellé finge anche… il decesso scatenando la rabbia di tutti i varesini, in campo e fuori.
Il Varese alza il baricentro ma non trova occasioni fino al 42′ quando un lancio di Nadarevic trova la deviazione aerea di Plasmati che però da buona posizione manda a lato di un metro. E così entra in vigore una vecchia legge del calcio, quella del “gol sbagliato, gol subito”: con i biancorossi sbilanciati in avanti (anche Terlizzi fisso in area) la difesa si scopre e nel primo di 6′ di recupero la Sampdoria si prende la Serie A con il più classico dei contropiedi. Palla lunga per Pozzi che arriva in area tira un colpo secco che tocca il palo interno e finisce in rete.
É la fine di un sogno per il piccolo Davide biancorosso, arrivato a un colpo di fionda dal potente Golia blucerchiato che fa festa con i suoi tifosi giunti a Masnago. Il grande calcio tornerà a far visita a Marassi ogni settimana, per il vecchio “Ossola” ci sarà ancora la serie cadetta e un Varese da sostenere sempre e comunque. Perché se lo merita, e questa stagione straordinaria lo ha confermato una volta di più.

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Pubblicato il 09 Giugno 2012
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