A Varese il lavoro non cresce
Secondo i dati Inps, aumentano la disoccupazione e la cassa integrazione per micro e piccole imprese. Le cose vanno meglio per le medie e grandi imprese. Triplicano le procedure concorsuali rispetto al 2008
La crisi continua a colpire in tutta la sua durezza anche nel 2012 e questo è il quarto anno consecutivo di crisi senza che ci siano segni di miglioramento. A fare il punto della situazione è la Cgil di Varese, che sottolinea: il nostro territorio, con la sua forte vocazione manifatturiera, paga ancora più aspramente gli effetti. Prendendo in mano i dati, si scopre che la provincia di Varese è soltanto la seconda tra i territori della Lombardia per incidenza degli ammortizzatori sociali sulla popolazione attiva (7,12%). La media regionale si attesta al 4,12%.
I dati Inps di giugno 2012 confermano per Varese una crescita della cassa integrazione complessiva del 7,32% rispetto al primo semestre del 2011.
Rispetto a maggio, la crescita di ore complessive raggiunge quasi il +16%, con un incremento contenuto (+3,3%) della cassa straordinaria e invece un’ulteriore esplosione di cassa ordinaria (+23,6%) e in deroga (+16,5%). Forte preoccupazione è destata dal dato riguardante la disoccupazione: anche a Varese è disoccupato un giovane su tre. Il dato della disoccupazione femminile è del 9,4%.
È in aumento costante anche il numero di lavoratori inseriti in lista di mobilità (+ 5%). Se si sommano i lavoratori iscritti alle liste di mobilità degli anni precedenti a quelli di quest’anno (2.552) si raggiunge quota 9.000. Di questi lavoratori, più dei 2/3 proviene da piccole e piccolissime aziende. Il dato è invece in controtendenza per quanto riguarda i lavoratori in mobilità proveniente dalle medie e grandi aziende, ma il fenomeno, commenta la Cgil, non sarebbe dovuto al miglioramento delle attività produttive in questione, bensì agli effetti della recente riforma previdenziale.
L’allarme scatta anche per il continuo aumento delle procedure concorsuali di fallimenti e concordati preventivi, triplicate rispetto al periodo precedente alla crisi (da circa 80 nel 2007 e 2008 a 250 di oggi).
Fino a qualche tempo fa i contenziosi dei lavoratori, secondo le segnalazioni della Cgil, erano legati prevalentemente alla violazione di diritti contrattuali, oggi invece per oltre il 50% sono pratiche di recupero crediti per la crescente difficoltà delle imprese sul piano finanziario.
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