La rivolta dei docenti: “Salviamo la scuola italiana”

Azione di protesta degli insegnanti dell'istituto Montale contro la legge di stabilità. Hanno deciso di disertare le assemblee per l'elezione dei rappresentanti di classe

isis montaleGli insegnanti dell’Istituto di Istruzione Superiore “Eugenio Montale” di Tradate, riuniti nell’assemblea sindacale il giorno 23 ottobre 2012, hanno deciso di esprimere il proprio dissenso al D.D.L (legge di stabilità) ora in discussione in Parlamento.
Ancora tagli agli organici!!!
Otto anni di blocco sugli stipendi (con perdita dal 2006 del 25% del potere d’acquisto), senza più nemmeno l’indennità di vacanza contrattuale non sono bastati! Adesso è in discussione
l’aumento dell’orario di servizio a fronte di nessuna contrattazione stipendiale e sindacale!

Si fa presente che i docenti italiani hanno attualmente un carico settimanale di lavoro superiore alla media europea, ma non sono equiparabili le retribuzioni, che sono nettamente inferiori allo standard
degli altri paesi UE.
Un evidente disprezzo e la svalutazione del quotidiano lavoro dei docenti spinge la nostra classe politica e dirigenziale persino ad ipotizzare un aumento secco delle ore di insegnamento settimanale, un’ipotesi assurda che non tiene assolutamente conto né di quello che significa insegnare, né della fatica intellettuale e psicologica che questo comporta, sia in termini di preparazione di lezioni che di lavoro con gli studenti. Se tale scriteriata ipotesi è stata partorita in base ad una logica puramente ragionieristica, ciò significa che essa ha come scopo solo lo smantellamento della scuola statale.
Infatti, oltre all’orario effettivo di cattedra, i docenti:
1. correggono ogni anno centinaia e centinaia di compiti e verifiche;
2. inseriscono voti e dati nei registri on line, oltre che cartacei;
3. preparano lezioni, esercitazioni, compiti in classe;
4. ricevono i genitori, anche in orari non riconosciuti o retribuiti;
5. partecipano alle riunioni collegiali, attualmente per ottanta ore annuali;
6. sono impegnati nelle attività di coordinamento di classe, di materia e di segretariato;
7. programmano attività didattiche ed extradidattiche;
8. organizzano viaggi d’istruzione, gite, stage lavorativi e vi accompagnano gli alunni;
9. partecipano ai corsi di aggiornamento, spesso non in orario di servizio e non retribuiti;
10.collaborano con gli enti locali, le associazioni, gli uffici scolastici, le realtà territoriali, ecc. per l’ampliamento dell’offerta formativa e per andare incontro nel modo migliore alle esigenze di tutti gli studenti, anche di quelli disagiati;
Cosa significa questa proposta di legge? Si tratta di una “Soluzione Finale”, per stroncare chi è di ruolo e per risolvere drasticamente il problema del precariato? Il tutto sembra rientrare nella tecnica tutta politica di risparmiare denaro pubblico, depauperando i lavoratori e togliendo ai giovani finanche la speranza di trovare lavoro.

Facciamo notare l’evidente contraddizione tra il prossimo concorso nazionale a cattedra (con le attività correlate come i TFA) e la contemporanea volontà di tagliare migliaia di posti di lavoro (si parla di circa 25.000 cattedre in meno!). Meno docenti, classi pollaio… È questa la qualità che vogliamo per la scuola italiana? Mentre si confermano gigantesche spese militari e privilegi per le caste di potere, mentre non sono previste patrimoniali eque, la scuola viene privata della sua qualità e vengono tagliate le gambe al futuro dei nostri ragazzi.

Invitiamo gli studenti d’Italia, nostri alunni e nostri figli, e le loro famiglie a sostenerci e a difendere con noi la Scuola Statale: per non avere docenti ricattati, demotivati e impossibilitati a offrire una scuola di qualità. La nostra azione di protesta inizia 27 ottobre 2012, con la nostra astensione alle assemblee per le elezioni dei rappresentanti di classe dei genitori, in quanto ore aggiuntive non conteggiate nel nostro contratto di lavoro: con questo gesto vogliamo far capire a voi e all’opinione pubblica cosa diventerebbe la scuola se tutti noi ci attenessimo a svolgere solo le ore di servizio contrattuali, astenendoci da momenti come quello di oggi, di collaborazione e cooperazione tra scuola e famiglia, momenti nei quali vogliamo continuare a credere.

La nostra protesta verrà protratta finché non saranno chiari i motivi della nostra presa di posizione e
non verremo presi in seria considerazione. Porteremo questa nostra mobilitazione il giorno 30 ottobre alle ore 15.00 all’USP di Varese e invitiamo tutti i docenti delle scuole del nostro territorio a partecipare numerosi e compatti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Ottobre 2012
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