Angelo e Vittorio, caduti per la libertà nell’ultimo inverno
Domenica mattina il ricordo del partigiano gallaratese Pegoraro, ucciso sotto casa, e del suo compagno fucilato dai fascisti un mese dopo. "Angelo non era neanche renitente alla leva, scelse di lottare per la libertà"
Angelo Pegoraro aveva diciannove anni quando morì ucciso dai fascisti nel mezzo del suo quartiere, alla Cascinetta di Gallarate. Ogni anno, in una giornata di gennaio che è sempre gelida (la primavera è ancora lontana), l’Anpi organizza il ricordo del partigiano gallaratese, una commemorazione davanti al cippo in pietra del cortile. Quest’anno si è ricordato anche il compagno di Pegoraro, che – con lui al momento del fermo – sarà fucilato poco più di un mese dopo: si chiamava Vittorio Minelli, abitava a Clusone nella Bergamasca e fu ucciso dai fascisti dietro al camposanto di Sacconago di Busto Arsizio, a pochi chilometri di distanza.
A ricordare la vicenda di Pegoraro e del suo quasi sconosciuto compagno d’armi è stato, come oratore ufficiale, Calogero Casà: «Angelo era un ragazzo normale, come tanti suoi coetanei. Ha scelto la strada più difficile, ha scelto di stare dalla parte giusta. Angelo, non ancora diciottenne, non era un renitente alla leva. La sua fede negli ideali di libertà e giustizia lo convincono a schierarsi con le forze partigiane per combattere l’invasore tedesco e i fascisti. Angelo ha pagato questa scelta con la sua vita davanti l’uscio di casa». Oltre a Casà, ha parlato anche il giovane studente Andrey Chaykin, che ha ricordato che «il nemico della libertà e della democrazia è vivo anche oggi» e che «anche tra gli studenti divaga questo falso mito del regime fascista “buono e giusto”». Chaykin ha anche accostato il regime fascista di ieri e la sua violenza ai «regimi economico-finanziari che con la scusa del rigore applicano le politiche di austerità a spese delle intere popolazioni».
Alla commemorazione sono intervenuti anche il sindaco di Gallarate Edoardo Guenzani e gli assessori Angelo Bruno Protasoni e Cinzia Colombo, oltre ovviamente al presidente dell’Anpi Michele Mascella, che ha concluso la commemorazione con un riferimento alle diverse culture politiche e umane che animarono la Resistenza, a Gallarate come in tutta Italia.
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