Nicola Mucci candidato per Albertini. “Chiusa l’esperienza nel PdL”
L'ex sindaco di Gallarate è stato per anni l'enfant prodige del PdL, oggi rivendica il percorso fatto per cercare di riformare il partito. Via dunque alla corsa per Lombardia Civica
Nicola Mucci, l’ex sindaco di centrodestra di Gallarate, lancia ufficialmente la sua corsa per la Regione Lombardia, candidato consigliere per la lista Lombardia Civica per Albertini. Una scelta che è «chiusura della mia esperienza politica nel mio ex partito», nuovo inizio sotto nuove insegne, forse anche a livello locale.
Mucci rivendica con forza la coerenza della sua scelta, senza nascondere il percorso che ha portato alla rottura con il PdL (solo un paio di mesi fa era in corsa per le “primarie di Agorà”, la componente laica del PdL varesino): «Ho voluto partecipare al dibattito che si era aperto dentro al PdL. Condividevamo una prospettiva sulla necessità di ancorare i PdL al Partito Popolare Europeo e alla tradizione del popolarismo europeo, per un partito orientato a scelte più meritocratiche e più capaci di valorizzare il territorio». Un percorso, dice Mucci, spazzato via dalla «ri-discesa in campo di Berlusconi» e dall’«annientamento di questo processo che sembrava iniziato con la segreteria Alfano». L’ex sindaco – che si è dimesso nel 2010 per diventare direttore dell’Asl di Sondio – non dimentica però anche gli elementi in positivo che hanno contribuito a delineare la sua scelta, «i prìncipi a cui aderisce il progetto di Albertini così come quello di Monti». L’obbiettivo è anche mettere insieme esperienze diverse di liste civiche attive a livello locale, in linea con il carattere civico che la lista pro Albertini porta avanti a partir dal nome.
Per quanto riguarda i temi da portare in Regione Lombardia, Mucci parla di lavoro («difendere il lavoro significa difendere anche le imprese, il commercio, gli artigiani, perchè siano competitivi»), investimenti su trasporti e sanità e anche Malpensa. Quest’ultimo tema pare essere ritornato centrale nel dibattito, con un approccio meno concentrato su Malpensa soluzione sviluppista e più attenta invece alle condizioni concrete, non ultimo il rapporto con il livello locale. Malpensa, dice Mucci, «deve essere governata con grande lucidità non solo dal gestore» ma anche da Regione ed enti locali. E se negli ultimi anni la Lombardia è rimasta senza un piano complessivo che definisca il rapporto tra scalo e territorio circostante, Mucci parla del Piano d’Area da fare con una logica diversa: «Se il Piano d’Area deve essere strumento come l’ultimo Piano d’Area, solo un orpello a cui soggiacere nelle decisioni, non ha minimamente senso. Il Piano d’Area non deve essere barriera, ma uno strumento che una volta definito negli obbiettivi indichi la strada: uno strumento che consenta reale pianificazione, ma anche una facilitazione per realizzare gli obbiettivi, una volta arrivati ad una determinazione di merito». Al di là della programmazione, Mucci pensa che ci siano margini per lavorare perchè «gli utili [di Malpensa, ndr] ricadono non solo sul Comune di Milano». Discorso simile l’ex sindaco di Gallarate propone anche sul tema Expo, che «rischia di essere evento solo dentro nelle mura della città di Milano, riguardando in maniera minimale la Provincia di Varese, che invece avrà probabilmente l’impatto più consistente al punto di vista ambientale, quello di Malpensa».
Tornando all’aspetto politico, Mucci non risparmia critiche al PdL: «Nelle liste del PdL siamo passati da paracadutati, a ieri che c’era un solo rappresentante ad oggi che non c’è nessun rappresentante: mai un partito così consistente dal punto di vista numerico ha visto una rappresentanza così bassa. Non so se sia l’ennesimo favore fatto alla Lega Nord, ma credo che sia una scelta sbagliata e controproducente, destinata a creare ulteriori tensioni». Mucci nega di aver fatto «campagna acquisti» nelle file del PdL, ma dice anche che la prospettiva è anche sul lungo periodo: «Mi auguro e spero, che superato il 25 di febbraio questo sforzo possa proseguire». Quanto alle accuse che vengono dal PdL (Monti e Albertini “stampelle” del centrosinistra di Bersani e Ambrosoli), Mucci dice: «Inutile anche solo discutere della questione: Albertini e Monti vogliono sviluppare una nuova prospettiva politica, avere in Italia un partito che mutui da Partito Popolare Europeo non sono i valori ma anche l’idea di un partito che funzioni allo stesso modo, con radicamento territoriale, dialettica democratica al suo interno».
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