A sua immagine e somiglianza

Il Varese di Fabrizio Castori non ha il talento delle squadre di Sannino e Maran. Ma con il passare delle giornate sembra sempre di più tagliata sulle caratteristiche del mister. Basket: delusione Banks

(d. f.) Non avevamo preparato nulla in anticipo, se non la speranza di dedicare il voto massimo del Pagellone di oggi alla Cimberio, volata in finale di Coppa Italia ma poi sconfitta da Siena. E così il biancorosso del basket finisce in fondo all’elenco dei voti, per via della prestazione a tratti sconcertante – sui tre giorni – di Adrian Banks che ha contribuito a zavorrare Varese nella buona (sabato) e nella cattiva (domenica) sorte. La copertina va dunque a Fabrizio Castori, uno che crede nel lavoro svolto, ha l’esperienza per non ascoltare più di tanto le critiche e zitto zitto sta consolidando la posizione playoff del Varese con prestazioni sempre più convincenti. Come quelle sfoderate, in quel di Busto, dalla farfalla Brinker o dal tigrottino Sala.

Pagellone numero 109 dell’11 febbraio 2012

Fabrizio Castori 8 – Il ko interno con il Lanciano pare davvero essere stato l’eccezione che conferma una regola: quella che vede la squadra di Castori lanciata all’inseguimento del trio di testa di Serie B a suon di risultati pesanti. Il mister marchigiano, finito fin sull’orlo dell’esonero qualche mese fa, ha rosicchiato punti al "Verona grandi firme" e ha anche iniziato a far girare la squadra in modo più fluido rispetto al passato. Non avrà il fascino di Sannino, non avrà la precisione maniacale – e vincente – di Maran, ma sul medio-lungo periodo ha saputo forgiare il giusto telaio per una squadra che, per inciso, ha meno talento delle precedenti versioni del Varese in B. Ma che forse gli assomiglia più di ogni altra.

Maren Brinker 7,5 – Sarà un caso (non lo è) ma quando arrivano le gare che scottano, quelle che valgono un trofeo o una qualificazione, in campo inizia a sentirsi… profumo di Maren. È stato così in Supercoppa e pure nell’andata dei playoff di Champions con l’Azerrail: non sappiamo se Parisi la schiererà da titolare anche a Baku, ma certo ha fatto di tutto per meritarselo, persino nella non felicissima gara di campionato contro Pesaro. Riconquistarsi il posto da titolare dopo averlo perso non è cosa di tutti i giorni: la tedesca magari non avrà le stimmate della campionessa, ma accidenti, che carattere!

Andrea Sala 7 – Ma come? La Pro Patria vince 5-2 grazie alla vena realizzativa del super attacco di Firicano e noi premiamo il portiere? Ebbene sì: anche se il numero uno tigrotto si concede un paio di uscite da brivido, lo premiamo a partire da quella parata salva risultato alla fine del primo tempo che vale gran parte della posta che la Pro ha conquistato a Monza. Un balzo felino con cui il giovane portiere ha tolto la palla dall’incrocio dei pali, permettendo ai suoi di andare all’intervallo in vantaggio e con il morale alle stelle. Il finale lo conosciamo, ma questa è un’altra storia….o forse no?

Katarina Barun 5 – Prendi una giocatrice che a Treviso ha messo a segno 25 punti, con il 45% in attacco, e le dai l’insufficienza: colpo di sole in piena tempesta di neve? No, perché i punti bisogna anche saperli fare al momento giusto, e spedire la battuta in rete quando sei sotto 24-23 è davvero un pessimo segnale. Specie se, e qui il discorso si allarga a tutta la MC-Carnaghi, l’episodio si ripete più volte nel corso della stagione. Serve una sveglia sul piano emotivo e caratteriale, a partire dal capitano; altrimenti, a forza di incassare applausi e complimenti, si rischia di restare nel limbo delle splendide incompiute.

Adrian Banks 4 – C’è poco da fare: nella Cimberio che si è fatta largo ai piani alti del basket italiano – perché è così che è andata, al di là della disillusione finale – resta una macchia sorprendente, quella del rendimento di Adrian Banks. Sufficiente con Milano quando tutto è girato per il meglio, disastroso con Roma e Siena al cospetto del suo predecessore (Goss: ottimo in semifinale) e di un Janning che fino a oggi non aveva convinto più di tanto. E l’ex Casale non è nemmeno il più pericoloso dei suoi. L’impressione è che con queste Final Eight la guardia biancorossa si sia giocata il bonus – in chiave riconferma – costruito fino a qui: ora ha mezza stagione per riguadagnarsi il credito. "Money in the Banks", ma la banca è ancora quella… dei Paschi…

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Pubblicato il 11 Febbraio 2013
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