Ambrogina Zanzi (Lombardia Civica): “Delusa dalla campagna elettorale”
La candidata per la lista di Albertini lamenta l'assenza di contenuti e la troppa attenzione a promesse, sogni e alleanze
Questa campagna elettorale, in cui sono peraltro candidata nella lista “Lombardia civica con Albertini presidente”, mi ha molto delusa. Si è parlato di tutto: di alleanze, di destra, di sinistra, di promesse, di sogni soprattutto, ma non dei problemi veri, essenziali, urgenti che se non vengono risolti subito getteranno in ulteriore difficoltà milioni di famiglie e di giovani. Sul problema indilazionabile della scomparsa del lavoro ne ha parlato l’autorevole economista e sociologo Luciano Gallini, ma i partiti che spesso e volentieri elogiano la cosiddetta “società civile” in astratto, concretamente ne ignorano le indicazioni. Gallino ha detto una verità molto semplice: per creare lavoro bisogna fare quello che ha fatto Roosevelt negli anni Trenta con il New Deal, assumendo in pochi mesi milioni di persone. In Italia ci sono circa quattro milioni di persone che non hanno un’occupazione; basterebbe impegnarli, anche per pochi mesi, ad esempio, nell’azione di bonifica del suolo.
Per il dissesto idrologico si spendono molti miliardi all’anno per riparare i danni: perché non utilizzarli a scopo di prevenzione? Così si crea lavoro, che diventa domanda, che diventa produzione e consumi. Per i danni delle alluvioni i soldi si trovano sempre mentre la disoccupazione crea disoccupati. Il modello produttivo attuale è finito con la crisi mondiale, è impensabile riprodurlo tale quale; intanto però la gente non può aspettare. L’occupazione diretta serve di più degli incentivi, il governo deve poi pensare a un modello alternativo che non è quello, pressoché inesistente, proposto da qualche schieramento.
Vi è anche da valutare con attenzione l’appello lanciato sul “Corriere” da Piero Bassetti, ex Presidente della Regione Lombardia. Tra le Alpi e il Po si sta conducendo una battaglia epocale che potrebbe segnare il futuro dell’Italia. Il “patto di Sirmione” firmato da Maroni per la costituzione della macroregione del Nord va ben oltre gli schieramenti politici, prelude alla costituzione di un “emirato” del Nord che ci taglierà fuori dall’Europa. Quando si propone la separatezza politico – finanziaria e un’autonomia sottratta al vincolo della solidarietà è in gioco l’unità nazionale e l’appartenenza all’Europa. Rischiamo di rimanere soli con i nostri problemi perché nessuno ci aiuterà. Io sono per la regionalizzazione, non per la secessione.
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