Giorno del ricordo, per conservare e rinnovare la memoria
Diversi appuntamenti per il giorno del ricordo di quest'anno per non dimenticare le vittime delle foibe e l'esodo di migliaia di persone dalle loro terre natie
"La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale." E’ con queste parole che inizia le legge 92 del 30 marzo 2004 che istituisce la ricorrenza del giorno del ricordo e che da quel giorno, ogni anno, cerca di porre i riflettori sul dramma delle foibe. Diversi gli appuntamenti in programma anche in provincia di Varese, con la manifestazione provinciale dell’ANVGD; a Luino con una messa di ricordo, Fagnano Olona con la mostra fotografica allestita presso l’aula magna delle scuole Fermi. A Cassano Magnago con la deposizione di corone di fiori e, infine, a Busto Arsizio all’interno del quartiere realizzato per accogliere i profughi da quella situazione.
Da Wikipedia
Il Giorno del ricordo viene celebrato dalle massime autorità politiche italiane con una cerimonia solenne nel palazzo del Quirinale al cospetto del Presidente della Repubblica, che conferisce le onorificenze alla memoria ai parenti delle vittime. In contemporanea in molte città si tengono celebrazioni di commemorazione presso i monumenti e le piazze dedicate ai tragici avvenimenti.
Nel 2006 l’allora presidente italiano Carlo Azeglio Ciampi durante le celebrazioni dichiarò: «L’Italia non può e non vuole dimenticare: non perché ci anima il risentimento, ma perché vogliamo che le tragedie del passato non si ripetano in futuro» . Il discorso venne ripreso nel 2007 da Giorgio Napolitano, che attribuì l’origine delle foibe ad «…un moto di odio e furia sanguinaria e un disegno annessionistico slavo che prevalse innanzitutto nel trattato di pace del 1947, e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica» e sostenne come «La disumana ferocia delle foibe fu una delle barbarie del secolo scorso, in cui si intrecciarono in Europa cultura e barbarie» come della necessità di «consolidare i lineamenti di civiltà, di pace, di libertà, di tolleranza, di solidarietà della nuova Europa che stiamo costruendo da oltre 50 anni, e che è nata dal rifiuto dei nazionalismi aggressivi e oppressivi, da quello espresso nella guerra fascista a quello espresso nell’ondata di terrore jugoslavo in Venezia Giulia. La nuova Europa esclude naturalmente anche ogni revanchismo».
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