“Volante nero” al sindaco che vieta gli altarini sulla strada

Il sindaco Maria Rita Livio ha ricevuto il “Volante nero” per la scarsa sicurezza stradale, per aver emesso l'ordinanza contro gli altarini a bordo delle strade dove ci sono state vittime: “Mio marito è morto in un incidente e so cosa vuol dire”

«Per ricordare i propri morti non servono altarini, i nostri morti ce li portiamo nel cuore ogni giorno». Le è stato assegnato il “Volante nero” per la sicurezza stradale. Ma lei non si scompone. È il sindaco di Olgiate Comasco, Maria Rita Livio, e il triste riconoscimento le è stato simbolicamente dato dall’associazione di Lonate Ceppino dei famigliari vittime “Per una strada che non c’è”. La Livio è anche una famigliare di una vittima della strada: il marito, infatti, è morto in un drammatico incidente stradale tre anni fa, poco fuori da Olgiate Comasco.

Il “Volante nero” le è stato assegnato per aver emesso una singolare ordinanza che vieta di mettere fiori, altarini, o ricordi vari, ai bordi della delle strade dove c’è stato un incidente con una vittima. «A nostro parere questa ordinanza nasce da una incompleta comprensione del significato di quei fiori e quelle foto – spiega Ernesto Restelli dell’associazione lonatese -. Chi ha perso un figlio in giovane età, un fratello, un marito, spera che un fatto così devastante non si ripeta e  possa almeno servire a salvare altre vite. Il significato non detto di quei fiori è la loro forte valenza di denuncia silenziosa. Il passante che li vede ha subito la reale coscienza di quanto sia successo in quel tratto di strada, ne considera la pericolosità e istintivamente presta più attenzione alla guida. Richiediamo che la sua ordinanza in questione venga modificata».

 

Dura la risposta del sindaco: «Mio marito è morto sulla strada. Anche io sono stata colpita da una tragedia famigliare e non mi si dica quindi di essere poco sensibile al tema. Sono anche cattolica e faccio anche parte di quella esigua schiera che sono i praticanti. Quello che mi ha portato a scrivere questa ordinanza è la situazione degli ultimi anni: troppi fiori, foto, o anche mini tombe, che nulla hanno a che vedere con il ricordo della persona scomparsa. Credo che sia una spettacolarizzazione del dolore personale che poco ha a che vedere con il discorso “strade prudenti”. Non credo che sia vedendo un cippo, una croce, i fiori di plastica, la mini tomba o il pupazzetto, che si faccia da deterrente. Credo non serva avere dei cimiteri diffusi: per la sicurezza stradale serve il rispetto delle norme, con le strade nelle migliori condizioni possibili».

 

Il sindaco precisa anche che «se l’obiettivo è favorire e incentivare la sicurezza sulle strade, quello di favorire gli altarini è un mezzo sbagliato. A mio parere le persone vanno ricordate nei luoghi deputati che consentano di rispettare anche il decoro che serve nei confronti della persona morta. Che senso ha avere la foto in memoria a bordo strada e a pochi metri, magari, un bidone della spazzatura?»

Il sindaco non nasconde nemmeno che questa decisione possa essere anche stata dettata dalla sua esperienza personale. «Non lo so, so solo che anche il parroco è d’accordo con questa decisione. Rimane un fatto che voglio sottolineare: mettere foto o altro non è un segno religioso e non c’è bisogno di fare questa cosa, ognuno i propri morti se li porta nel cuore tutti i giorni. Ci sono persone che non sono d’accordo? Pazienza. Io come insegnante continuerò a fare la mia parte, spiegando ai ragazzi di non correre, non bere e a rispettare il codice della strada».  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Febbraio 2013
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