Governo, si attende la scelta di Napolitano

Ancora poche ore e il silenzio del Colle verrà riempito dalle parole del Capo dello Stato che deciderà il da farsi in una delle più intricate crisi politiche della storia repubblicana, se non la più complessa. L’instabilità che le tre principali formazioni uscite dalle elezioni del 24-25 febbraio scorsi (M5S, Centrosinistra e Centrodestra) ha provocato nella formazione di un governo per il Paese, si sta trascinando da settimane.
E non sono bastate le consultazioni di prassi, nè l’assegnazione del mandato esplorativo a Bersani, nè, sembra, le consultazioni lampo avvenute ieri, 29 marzo, quando il capo dello Stato ha nuovamente ascoltato le ipotesi proposte dai partiti per arrivare ad un esecutivo. Due – e il nodo verrà sciolto oggi – sono le ipotesi che verosimilmente si profilano: il governo del presidente, o addirittura le dimissioni di Napolitano.
Nel primo caso la guida dell’esecutivo verrebbe attribuita ad una personalità di alto profilo capace di far coagulare sul nome, ma soprattutto su un programma di pochi e chiari punti, una maggioranza sufficiente per far partire la macchina governativa. Nell’altro caso – eclatante – il Presidente della repubblica potrebbe, con un atto di slancio istituzionale, dimettersi: così facendo il parlamento in seduta comune dovrà necessariamente arrivare ad una decisione per la nuova elezione del capo dello Stato e forse da questa ripartire nel dialogo su nomi e soprattutto programmi di governo. In questo caso, poi, col nuovo capo dello Stato eletto dal parlamento, si uscirebbe dal cul de sac del cosiddetto “semestre bianco” vale a dire il periodo previsto dalla Costituzione, entro il quale il presidente della Repubblica non può sciogliere le Camere, o una di esse. Il nuovo presidente della Repubblica, il prossimo, avrà questi pieni poteri.