A Lugano, nella villa delle escort

Cosa accade nei locali a luci rosse e come è regolata la prostituzione oltre confine? Lo spiega Paolo Sudanti, titolare di un club del Canton Ticino

«Se in Italia la legge fosse stata diversa probabilmente non avrei aperto in Ticino. Ma di fatto quello che faccio qui, oltre confine non è pensabile». Paolo Sudanti, è un imprenditore italiano che ha scelto di investire nel business della prostituzione. Da alcuni anni gestisce il Corona Club, un locale di “Top escort”, situato a Noranco, Lugano. La maggior parte degli avventori proviene dall’Italia, spiega il titolare: «Sono l’ottanta per cento circa. Ho numerosi clienti dalle province di Varese e di Como, ma anche da Milano. Con il tempo il giro si è ampliato e si è sviluppata anche una forma di turismo legata a locali come il mio. Ci sono persone che arrivano dal Centro Italia e dal Sud, trovano un albergo nelle vicinanze e restano in Ticino per diversi giorni».
Oltre confine, lo ricordiamo, la prostituzione è un’attività legale ma regolata da norme specifiche. Nel 2012, una complessa operazione delle forze dell’ordine, ha decretato la chiusura di decine di sexy bar sparsi nei diversi comuni del Cantone. «Siamo rimasti meno di dieci – riconosce Sudanti -. E quell’operazione è stata uno spartiacque. Ha costretto infatti le attività del settore a fare un salto di qualità per mettersi in regola con tutti gli adempimenti richiesti dalla legge. Qui ad esempio le ragazze sono tutte indipendenti e titolari dei permessi di tipo G o B, necessari per svolgere questo lavoro».

All’interno del Corona lavorano come escort più di quaranta ragazze, giovani e molto belle. Indossano tacchi alti, mini abiti, shorts cortissimi, pantaloni aderentissimi, lingerie di pizzo. Sono loro ad accogliere chi varca la porta di ingresso del club. Si accomodano a fianco dei clienti sui seggiolini del bancone, ai tavolini nel dehor o nei divanetti delle salette al piano terra. Sorrisi, sguardi, un po’ di conversazione e poi si decide come proseguire.

È chiaro, chi entra in un luogo di questo tipo sa che cosa potrà trovare, ma il fascino delle escort, secondo lo stesso gestore, non è legato soltanto a quanto accade nelle camere ai piani superiori: «Ci sono uomini che scelgono il Corona per trascorrere del tempo in compagnia di belle ragazze, per ammirarle e averle vicine. Per entrare infatti si paga soltanto una tessera che include la consumazione e successivamente si sceglie se appartarsi o meno. Ci sono ragazzi che la sera vengono qui e si fermano per l’aperitivo o che ci frequentano come disco bar». Al piano terra della villetta gialla di Noranco le luci soffuse e l’arredamento, ricordano quelle di un locale notturno dallo stile etnico.

«Abbiamo voluto creare un luogo discreto dove il cliente è tutelato e affidato a professioniste del settore. Gli appartamenti sono curati anche sul piano della sicurezza. In caso di problemi le ragazze hanno un campanello che ci permette di raggiungere immediatamente la stanza. Alcune ragazze ottengono ottimi guadagni sui quali poi versano le tasse». Al gestore pagano un affitto per le stanze degli appartamenti. «La prostituzione in Svizzera è considerata una professione a tutti gli effetti, naturalmente se svolta nell’ambito della legge – conclude Sudanti -. È considerata un mercato, anzi c’è la consapevolezza di essere di fronte a un vero mercato, imponente ma anche potenzialmente al limite. Per questo, a differenza di quanto accade in Italia, si è deciso di non ignorarlo ma di regolarlo nell’ottica della sicurezza e della tutela delle persone».

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 23 Aprile 2013
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