Comi: “Su Sea Handling no a soluzioni e piani B o C”
L'europarlamentare del PDL interviene nelle ore in cui a Malpensa è in corso la manifestazione dei sindacati. «Abbiamo chiesto un incontro al Commissario Almunia»
«Ai 2400 lavoratori di Sea Handling va la mia piena solidarietà e confido che i cittadini possano comprendere i disagi odierni agli scali aeroportuali di Linate e Malpensa. Insieme ad altri europarlamentari abbiamo chiesto un incontro con la Commissione europea per sostenere la richiesta di sospensiva e uno con Sea e i suoi azionisti per conoscerne le reali intenzioni sul futuro di Sea Handling». Lo afferma il vicecoordinatore regionale del Pdl lombardo ed europarlamentare Lara Comi in merito allo sciopero odierno di 4 ore dei lavoratori di Sea Handling, in programma dalle 12 alle 16. Le organizzazioni sindacali protestano contro la maxi-multa di 360 milioni di euro inflitta dalla Commissione europea che rischia di fare fallire Sea Handling, controllata di Sea che impiega 2.400 persone nel settore del trasporto, smistamento bagagli, servizi a terra e check in.
«Abbiamo chiesto un incontro al Commissario Almunia – spiega Comi – per spiegare alla Commissione europea le ragioni a sostegno dei ricorsi presentati dal Governo italiano, da Sea e dal Comune di Milano e avere più tempo per affrontare tutte le problematiche in campo, ricercando una soluzione che rilanci l’impresa. Inoltre abbiamo richiesto un incontro con i vertici Sea e i suoi azionisti (Comune di Milano e Fondo F2i) per verificare insieme le soluzioni percorribili, poiché riteniamo che alla richiesta di sospensiva debba corrispondere un forte impegno per ricercare una soluzione che garantisca la massima tutela occupazionale».
Secono l’europarlamentare «è positivo che il Governo e il Comune di Milano si siano mossi all’unisono per avere almeno la sospensiva alla pesante multa di 360 milioni comminata dalla Commissione europea. E’ importante un gioco di squadra e un pressing anche diplomatico per evitare la sciagura del pagamento della sanzione, che significherebbe il fallimento dell’azienda e lo scoppio di una vera ‘bomba sociale’ per il territorio, a cominciare dal Varesotto, visto che ben 1700 lavoratori di Sea Handling sono impiegati a Malpensa. Ma non possiamo permetterci in questo momento soluzioni e piani B o C se la cessione della partecipata di Sea a privati significhi poi in sostanza la perdita del posto di lavoro per il 30% degli occupati di Sea Handling».
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