Confesercenti e Italia Comfidi corrono in aiuto delle start-up
Sul piatto ci sono 8 milioni di euro con una garanzia da rilasciare alle banche pari all'80% del credito, per sostenere le iniziative imprenditoriali in settori che stanno soffrendo particolarmente la crisi, come il commercio e il turismo
«L’idea è nata leggendo un articolo di Varesenews». A parlare è Domenico Perroni, direttore regionale di Italia Comfidi, che insieme a Confesercenti Varese ha dato vita ad un progetto per sostenere le nuove idee imprenditoriali innovative, più conosciute con il termine start-up.
Sul piatto ci sono 8 milioni di euro con una garanzia da rilasciare alle banche pari all’80% del credito concesso alle imprese, per sostenere le iniziative imprenditoriali in settori che stanno soffrendo particolarmente la crisi, come il commercio e il turismo.
Quindi se un’ idea imprenditoriale è buona e ha meritato il credito, troverà poi un appoggio nell’associazione di categoria che fornirà all’aspirante imprenditore le competenze necessarie per svolgere tutti i passaggi: dal business plan alla consulenza finanziaria. «Verrà fatto uno studio di fattibilità e di sopportabilità del debito – spiega Perroni – per avere accesso a questa garanzia il nuovo impreditore altro non deve fare che andare nella sede di Confesercenti dove troverà la nostra referente. Per Varese è Maria Calzade».
Per i consorzi fidi questo non è un momento facile, in quanto le sofferenze sono aumentate notevolmente. «Siamo soggetti vigilati da Banca d’ Italia in base alla legge 107 – continua il direttore di Italia Comfidi – e abbiamo accesso al fondo centrale di garanzia, facciamo un accantonamento preventivo, e questo ci permette di superare il limite del fondo stesso».
Secondo Perroni, sono tante le imprese che potrebbero accedere a questo fondo, il problema è che non lo sanno ed è per questo motivo che Comfidi e Confesercenti stanno facendo una campagna di informazione per portare a conoscenza degli imprenditori questa possibilità.
«I giovani – spiega Gianni Lucchina, direttore di Confesercenti – non riescono più a fare impresa, aumentano i dubbi per il futuro e l’accesso al credito è bloccato. A tutto questo si somma il dato drammatico delle chiusure a livello nazionale che sono nell’ordine del 50%. Come associazione sosteniamo il progetto giovani grazie all’accordo stipulato con Italia Comfidi, che è il secondo a livello nazionale. È una risposta che diamo dopo aver fatto una serie di politiche attive per l’occupazione e l’imprenditoria. Oggi abbiamo chiuso il cerchio con un provvedimento a sostegno dell’apprendistato».
Comfidi e assessorato regionale al Turismo, terziario e commercio hanno rimpinguato il piatto con un ulteriore plafond di 25 milioni di euro per le aziende già in attività e in difficoltà . «Ci siamo dati un limite, con riferimento al fondo centrale, di 800 mila euro per azienda – spiega Perroni -. Non abbiamo inventato nulla di nuovo, ma abbiamo architettato in maniera diversa alcuni strumenti che c’erano già».
Per una piccola impresa del commercio alcune «vie di fuga» alla crisi, come l’internazionalizzazione, sono precluse. Rimane però l’opzione delle reti di impresa e dell’innovazione che permettono di elaborare nuove strategie di business. «Lo strumento delle reti di impresa inizia a emergere – conclude Perroni – anche il carattere che distingue i nostri imprenditori dai più piccoli a i più grandi è l’individualismo. Sembrerà banale, ma ciò che blocca interiormente il piccolo imprenditore e la sua creatività, è la scarsa conoscenza della lingua del paese di approdo».
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