L’ex sindaco Galli torna in campo: “No alla svendita di Mozzate”
L’ex primo cittadino ed ex parlamentare si presenta come candidato sindaco per la lista civica “Mozzate Partecipa”: “Mi candido contro i "becchini " ed i "piagnoni"
«Mi candido contro i "becchini " ed i "piagnoni ", ossia contro quella varia compagnia di giro che ha fatto il funerale al comune e quelli che non fanno altro che piangere perché siamo sull’orlo del baratro (fallimento)». Parole dell’ex sindaco di Mozzate, Giancarlo Galli, predecessore dell’ultimo primo cittadino Denis Bettoni, nella cui amministrazione ha assunto il ruolo di presidente del consiglio comunale. Galli è molto conosciuto anche a livello nazionale, in quanto è stato presente in Parlamento per molti anni, durante i quali ha stesso la nota Legge Galli del 1994, quella con cui si sarebbe dovuto sistemare il ciclo delle acque con un’ottica non solo comunale, ma sovracomunale con la nascita degli ambiti territorio ottimali (Ato).
Ora Galli si presenta alla città ancora come candidato sindaco, questa volta per una lista civica (lui proviene da un’area di centro, condividendo in passato alleanze con il centrodestra) dal nome “Mozzate Partecipa”. «A mio giudizio, lavorare e credere nella rinascita del comune è cosa possibile e doverosa – spiega Galli -. Pur in presenza di una crisi fiscale dello stato che ha mutilato la capacità operativa e finanziaria dei comuni e di una serie di criticità proprie di Mozzate».
Nella sua presentazione Galli affronta il problema economico che investe il Comune: «La prima domanda alla quale i candidati sindaci devono rispondere è la seguente: come trovare le risorse necessarie (6/7milioni di euro in pochi mesi) per operare un risanamento economico duraturo? Sappiamo le ricette dei becchini e dei piagnoni: dichiarare il dissesto finanziario del comune! Dopo di che è bene che i cittadini sappiano che Mozzate dovrà patire un decennio di privazioni, limitazioni, sofferenze. C’è chi ,invece, propone di vendere tutto: vendiamo Villa Guffanti , Villa scalabrino, le scuole vecchie, gli oltre duecento appartamenti di proprietà comunale, ecc, ecc. Manca solo il cartello: “Vendo Mozzate, chi la vuol comprare?” Sono contro questa prospettiva. Noi abbiamo una ricetta alternativa».
«Pertanto, le cose da fare subito riguardano la modifica dello statuto ed i provvedimenti per il risanamento finanziario – spiega l’ex sindaco -. Vogliamo innovare lo statuto per introdurre i principi e le procedure della democrazia deliberativa (che non è il referendum, è più del referendum perché diventa un modo ordinario di far maturare le decisioni). Con la democrazia deliberativa si restituisce lo scettro al principe, ossia il potere di scelta ai "cittadini" , alla comunità intera che viene chiamata in un giorno, che diventa la festa della democrazia, a deliberare intorno alle principali questioni (deliberation day)».
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