Macroregione, innovazione e moneta complementare: il programma di Maroni
Il presidente della Regione ha presentato al Consiglio il suo documento di governo: «Combattere la crisi economica, contrastare la criminalità organizzata, ridurre i costi della politica»
Proseguire e migliorare. Proseguire con il lavoro già fatto dai governi precedenti, ma anche con le "storiche" proposte della Lega Nord. Migliorare le performance regionali e guardare con un nuovo punto di vista all’Europa. Roberto Maroni, presidente di Regione Lombardia, ha presentato al Consiglio regionale il suo programma di governo. Tre le sue parole d’ordine: «Combattere la crisi economica, contrastare la criminalità organizzata e ogni forma di illegalità, ridurre i costi della politica».
In venticinque pagine di discorso lette davanti a un’Aula in silenzio (per la cronaca, Maroni è poi rimasto a sua volta presente a tutto il dibattito successivo, sicuramente un forte segno di discontinuità rispetto al suo precedessore Formigoni), il presidente ha quindi declinato le proposte contenute nel «programma di governo che ricalca il documento con il quale mi sono presentato alle elezioni».
Tanti i temi toccati, da lavoro e imprese, poi sanità e welfare, la legalità, la scuola e l’università, Expo 2015, l’ambiente, la pubblica amministrazione e le istituzioni. Tutto a partire dai due cavalli di battaglia della campagna elettorale: «l’istituzione della macroregione del Nord e l’attribuzione alle Regioni di una quota non inferiore al 75% del gettito tributario complessivo prodotto nel singolo territorio regionale». Resta nel programma anche un’altra idea fortemente targata Lega (oltre al progetto di sostituire Equitalia): «poiché in periodi congiunturali caratterizzati da credit crunch lo sviluppo di nuovi strumenti di pagamento può agevolare lo scambio di beni e servizi, procederemo con lo studio di fattibilità di un sistema di moneta complementare, anche tramite il coinvolgimento dei principali stakeholder come banche, associazioni, istituzioni e CCIAA».
È stata ovviamente ampia la pagina dedicata al tema della crisi economica e dell’occupazione. «Per i prossimi anni intendiamo assegnare contributi per le start up di impresa, rilanciare a valorizzare l’apprendistat formativo, predisporre bandi e contributi nei settori artistici, introdurre bonus fiscali per i primi cinque anni alle imprese avviate dai giovani under 35, introdurre incentivi e detrazioni per le imprese artigiane che assumono under 30, erogare alle amministrazioni locali contributi per la realizzazione di incubatori per imprese giovani». Per le imprese la nuova giunta promette «un pacchetto di misure choc» fra cui «500 milioni di euro per lo smobilizzo dei crediti che le piccole e medie imprese vantano nei confronti degli enti locali lombardi».
In tema di sanità, Maroni ha elogiato i risultati finora ottenuti («un sistema sanitario che costa ai suoi
cittadini meno di tutti gli altri, ma che sa offrire migliori servizi e maggiore opportunità»), ma intende «porre le basi per un nuovo salto di qualità». Nel programma di governo si parla quindi di «riorganizzare il numero e le funzioni di Asl e Aziende ospedaliere, differenziare la rete di offerta sociosanitaria secondo il criterio dell’intensità di cura; sviluppare un modello di assitenza a rete delle strutture ospedaliere per la cura di parologie rilevante; ridurre le liste di attesa attraverso la maggior specializzazione degli ospedali; identificare costi standard per l’acquisto e l’erogazione dei servizi sanitari e sociosanitari; potenziare i presidi territoriali per garantire la continuità e l’integrazione di tutti i servizi di assistenza».
Novità in vista anche per trasporti e infrastrutture. Se Maroni conferma di «voler accelerare nella realizzazione finale delle opere prioritarie già avviate dal governo presedente come Pedemontama, Tem e BreBeMi», propone anche novità come «una vera liberalizzazione del servizio ferroviario che permetterebbe di avere servizi migliori a costi inferiori se si instaura una vera e propria concorrenza fra operatori».
Diverse pagine Maroni le ha dedicate anche al tema delle istituzioni, della trasparenza delle pubbliche amministrazioni e degli enti locali. «Il patto di stabilità territoriale in vigore in Lombardia dal 2009 ha costituito un’esperienza positiva. Nel 2012 il plafond destinato agli enti locali è stato pari a 210 milioni di euro, in parte destinato a comuni coinvolti in Expo e a quelli terremotati. In un momento di crisi rappresenta una misura importante: nel corso di questa legislatura si proseguirà nell’ottica di incentivazione e sviluppo del Patto, che sarà esteso anche ai Comuni sotto i 5mila abitanti».
I commenti dei consiglieri – La posizione di Cattaneo sul programma di Maroni
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