Muratori truffati da un ragioniere manolesta
Il funzionario manometteva gli estremi dei versamenti spettanti ai lavoratori iscritti alla Cassa Edile e indirizzava i soldi sui propri conti. Ammanchi ai danni dell'ente per 242.000 euro
La Guardia di Finanza di Como ha sventato la truffa messa in atto da un funzionario ai danni degli iscritti alle Cassa Edile delle province di Como e di Lecco. I militari hanno eseguito il sequestro preventivo di un capitale di 238.382,84 e disposto il versamento della somma nel Fondo Unico di Giustizia.
Le indagini hanno permesso di ricostruire le operazioni compiute dal capo Contabile dell’Ente che, sfruttando il suo ruolo, aveva individuato una lista di lavoratori che avevano maturato delle spettanze, ma che da alcuni anni risultavano irreperibili.
La prassi utilizzata dal ragioniere era la seguente: l’uomo inseriva nel sistema informatico della Cassa, una richiesta di emissione del pagamento degli importi dovuti agli ignari operai ormai irreperibili. Preparava poi una lettera di preavviso, con la quale l’Ente comunicava al lavoratore l’imminente invio delle somme dovute attraverso l’emissione di un bonifico su un conto corrente. La missiva veniva poi stampata ma distrutta dal funzionario subito dopo.
Al termine della procedura il ragioniere inseriva il nominativo del soggetto con un numero di conto corrente a lui riconducibile in un file riepilogativo. Il contabile sottoponeva successivamente al vaglio del Presidente e vice Presidente della Cassa Edile, la somma complessiva da erogare al lavoratore e, ottenuta l’autorizzazione, predisponeva l’ordine di pagamento all’Istituto di credito, che per conto dell’ente avrebbe liquidato le spettanze. Il ragioniere manometteva infine il file di dettaglio da inviare all’istituto di credito, sostituendo il proprio nome a quello degli inconsapevoli lavoratori irreperibili e gli estremi di conti correnti a lui riconducibili a fronte di quelli relativi ai reali beneficiari.
Il lavoro delle Fiamme Gialle, affiancate dagli organismi di controllo dell’Ente, ha consentito di quantificare gli ammanchi in circa 242.000 euro, e di recuperare le somme che nel frattempo il ragioniere aveva abilmente dirottato su una miriade di conti intestati a lui ed a suoi diretti congiunti.
L’operazione ha consentito di sottoporre a sequestro le somme indebitamente percepite
dal funzionario e di consentirne il reintegro all’Ente Cassa Edile e dunque ai lavoratori iscritti.
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