Il lavoro c’è ma alla Mario Crosta licenziano 18 lavoratori
Il sindacato Adl torna sulla vicenda dell'azienda che produce macchine tessili e che, dopo anni di cassa integrazione, ha deciso di licenziare 18 dei 34 dipendenti. I lavoratori sperano ancora ma dalla proprietà solo silenzi
Secondo il sindacato Adl la lunga storia dell’azienda Mario Crosta, che produce macchinari per il settore tessile, è ormai giunta «all’epilogo finale di una gestione fallimentare che ha portato una azienda famosa in tutta Italia per la qualità del prodotto fino sull’orlo del baratro». Da qualche anno, infatti, una parte dei lavoratori è in cassa integrazione a 0 ore ma nonostante questo i lavoratori sono ancora convinti che sia possibile salvare il salvabile e quello che resta dell’occupazione «se solo se ne avesse la voglia e l’intenzione». Di recente buona parte dei 34 dipendenti ha anche partecipato ad un presidio perchè l’azienda prendesse in considerazione la possibilità di attuare contratti di solidarietà ma la realtà è un’altra: «La Proprietà non si fa vedere da tempo e non riceve nessuno, i lavoratori sono allo sbando, in cassa integrazione o lasciati soli a cavarsela per terminare le ultime commesse da chiudere con una certa urgenza» – scrive Adl in una nota.
Qualche giorno fa la direzione della "M. Crosta" ha dichiarato l’intenzione di “licenziare” 18 lavoratori su 34 dipendenti, sembrerebbe che l’azienda non abbia più attività e non riesca più a fare lavorare le maestranze ma invece non è così: «mentre ci sono lavoratori in cassa integrazione che rischiano di perdere il posto di lavoro, in azienda sono presenti operai in pensione che lavorano e recentemente sono apparsi anche dei lavoratori esterni (ditte artigiane) per montare le macchine a marchio Crosta, Queste ingiustizie devono terminare e tutti i lavoratori devono rimpadronirsi dei propri diritti».
Gli operai si sono anche detti disponibili a fare sacrifici, come stanno peraltro già facendo da 4 anni, ma solo se c’è una prospettiva di rilancio e un dialogo franco con la proprietà. Ad oggi i dipendenti si sentono solo presi in giro perché stanno diventando il “capro espiatorio” di una situazione di crisi che la dirigenza non sembra intenzionata ad affrontare.
L’azienda viene fondata nel 1925 dal Cav. Mario Crosta, pioniere in Italia nello sviluppo e nella costruzione di macchine ed impianti per il finissaggio e la nobilitazione dei tessuti. Nell’immediato dopoguerra, con più di 25 modelli in produzione e un organico di 150 addetti, la Mario Crosta, riusciva a soddisfare tutte le esigenze produttive dei propri clienti. Con l’evolversi delle situazioni contingenti di mercato, l’Azienda, con caparbia volontà di Mario prima e di Emanuele poi, si è costantemente evoluta fino a raggiungere mete sempre più alte con tecnologie sempre all’avanguardia. Con l’avvento dell’elettronica, della meccanica di precisione, la migliore affidabilità dei materiali, in pratica della rivoluzione tecnologica, l’organico dell’azienda si è trasformato, riducendo l’attività manuale ed incrementando il settore di ricerca e sviluppo, restando pionieri nell’evoluzione dei propri macchinari. Una storia che sfiora i 90 anni di esistenza rischia di finire nel silenzio generale.
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