Ospedale, riflettiamo sui passaggi di testimone

Una riflessione ad alta voce che tocca ambienti accademici e sanitari dell'eccellenza varesina

Oggi pubblici servizi e istituzioni hanno i loro addetti stampa e fior di siti sul web e quindi forniscono informazioni in tempo reale. Sempre che ne abbiano voglia o non debbano tutelare legittimi interessi di bandiera. Insomma la vita da cronista è più comoda se ci si limita ad accettare come ottima e abbondante la razione quotidiana che viene loro fornita dai vari conventi.Ma i cronisti veri -a Varese non sono pochi – non rinunciano a scavare e a portare alla luce situazioni che meritano ampiamente conoscenza e valutazioni da parte della comunità.
Può anche accadere che una notizia semplice e doverosa come quella del congedo di un primario del “Circolo”
diventi una miccia accesa in un ambiente in apparenza tranquillo in realtà in ebollizione per svariati motivi.Quando arriva la deflagrazione ecco verità nascoste, situazioni che potevano essere evitate, errori di gestione da parte dei vertici accademici od ospedalieri.
Il tutto assume una dimensione a volte spropositata soprattutto a livello del web dove i duelli d’opinione sembrano diventati uno sport e dove si esprimono pareri,
diciamo disinvolti se non audaci, su professionisti di lunga preparazione come i medici. L’esperienza dice che è consigliabile se non addirittura doveroso evitare
sempre giudizi sulla professionalità dei medici,meglio restare alla semplice descrizione dei fatti raccogliendo semmai autorizzati pareri di altri medici.
Lo scambio di cannonate tra i lettori dopo la notizia del pensionamento del primario di neurochirurgia prof. Tomei era evitabile se da parte dell’interessato non ci fossero state considerazioni, legittime, sulla storia degli ultimi anni del “Circolo” individuati come momento di calo nei rapporti interni tra i vertici universitari.
Oggi noi critichiamo il funzionamento di reparti e le difficoltà di un ospedale che sembrava proiettato nel futuro solo alcuni anni fa e che invece appare inadeguato rispetto alle esigenze del territorio. Sono critiche fondate, ma potrebbero essere più complete se in alcuni casi fossero indirizzate ai veri responsabili ovvero i vertici accademici e quelli sanitari della Regione.
Voglio dire che se Tomei lascia un reparto che ha patito una forte diaspora, nel quale non è emerso un grande delfino e che da oggi addirittura ha come guida temporanea un otorinolaringoiatra, sia pure di valore europeo come il prof. Castelnuovo, allora si può ipotizzare una inazione nel tempo da parte dell’Università.
E sempre all’ateneo si potrebbe chiedere conto delle vicende di cardiochirurgia, reparto di alta scuola, sotto il cui tappeto potrebbe esserci della polvere ( o polverone?) non rimossa tempestivamente, sempre dai vertici dell’Insubria, già da troppi anni.
Ci sono e ci saranno altri problemi al “Circolo” dove però è operativa una vasta comunità medica, tecnica e infermieristica che ha grande senso di responsabilità e spirito di sacrificio; questo discorso vale anche per gli ambienti universitari dove in molti attendono scelte e ricambi che assicurino la freschezza e l’intraprendenza di un recente passato di elevato profilo.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Luglio 2013
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