“Cortisonici va salvato con l’aiuto delle istituzioni”

Il critico cinematografico Mauro Gervasini, oggi direttore del settimanale FilmTv, sottolinea che “è una precisa scelta politica sostenere e far crescere una manifestazione culturale che in dieci anni ha dato tanto”

«Quando un’iniziativa valida cresce ci devono credere anche le istituzioni, ma questo a Varese non è accaduto fino in fondo». Parole di Mauro Gervasini, critico cinematografico varesino, oggi direttore del noto settimanale di cinema FilmTv e che in passato ha spesso collaborato con la propria passione ed esperienza con l’associazione Cortisonici. Proprio ieri i giovani del gruppo hanno annunciato che non ci sarà l’edizione 2014 del Festival, mancano i fondi e le risorse.
 

«Che la manifestazione fosse in crisi era nell’aria – spiega Gervasini -. Gli organizzatori lo avevano detto già l’anno scorso: erano in affanno soprattutto dal punto di vista economico. Ci rendiamo tutti conto che si sta vivendo un periodo difficile, ma questo sostegno che dava il Comune era soprattutto morale, teorico. Non c’è mai stato il coraggio di gettare il cuore oltre l’ostacolo, ovvero fare di Cortisonici una manifestazione che venisse gestita con la collaborazione diretta di Comune e assessorato. La scorsa edizione è stato dato un contributo di 5.400 euro, una cifra che si commenta da sola. Faccio notare che il Comune ha voluto con forza Varese Cinema, un’iniziativa che, a mio parere, è stata inutile e autoreferenziale, non ha portato nulla alla città e che mi risulta sia costata circa 30 mila euro a edizione. Mi rendo conto che non sia diretta emanazione dell’assessorato alla cultura, ma compito della politica è anche quello di saper scegliere cosa sia meglio per la città e fare i giusti investimenti».

 

Gervasini sottolinea che non cerca la polemica: «Forse, dopo dieci anni di Cortisonici, è il caso di investire nella crescita di un festival che ha dimostrato non solo di fare qualcosa per il territorio, ma anche di avere fatto qualche cosa a livello nazionale. Ora, il Comune ha avuto le sue responsabilità, ma è chiaro che c’è stato un disinteresse da parte dei privati. Capisco il periodo di crisi, ma a essere sinceri stiamo parlando di richieste di investimento e sponsorizzazione modeste».
 

E qui entra in gioco anche un certo ricambio generazionale: Cortisonici è nato da giovani appassionati di cinema che per anni hanno donato tempo e passione senza alcun ritorno personale. «Dopo dieci anni, o si cresce oppure si fa la scelta che ha fatto il gruppo – spiega Gervasini -. Non si può crescere da soli. Serve aiuto. La caratteristica di Cortisonici, rispetto ad altre manifestazioni nazionali, era di avere un pubblico giovanissimo: la domanda da porsi è se Varese si può permettere di perdere una manifestazione che chiama a raccolta questo tipo di pubblico. Giovani che non vanno a sentire concerti di musica classica o a vedere spettacoli di prosa all’Apollonio. Ci si deve rendere conto che stiamo perdendo l’unica manifestazione culturale di grande popolarità che aveva un pubblico di ragazzi che disertano altre manifestazioni».
 

L’assessore varesino Longhini ha lanciato l’idea del “crowdfunding”, una sorta di azionariato popolare molto di moda in questo periodo, tramite il quale si possono trovare finanziamenti e sostegno economico da parte di chiunque creda in un progetto. «Questo sistema, in alcuni casi, può essere innovativo, ma raramente è sufficiente – commenta Gervasini -. E poi non stiamo parlando di un’iniziativa nuova, bensì di un prodotto che ha dieci anni di vita, con persone che lo hanno fatto a livello volontario da sempre. Queste persone stanno dicendo che non ce la fanno più, stanno chiedendo se c’è qualcuno che vuole farsene carico insieme a loro. Non basta solo la solidarietà, serve mettersi in gioco».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Dicembre 2013
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