“Rapido e perfetto”, due aggettivi per il Varese

Gautieri elogia la velocità di esecuzione che aveva chiesto alla vigilia, Zecchin parla di partita perfetta dopo il 4-0 allo Spezia. Forte dedica il gol a familiari, fidanzata e Milanese che lo ha voluto in biancorosso

Si era preso le critiche sette giorni fa, si è rifatto con gli interessi oggi Carmine Gautieri, a ragione complimentato da tutti nel dopo partita di Varese-Spezia, per la prova della sua formazione. «A Carpi avevo ricevuto indicazioni importanti, oggi è arrivata la conferma che ci avevo visto giusto: la squadra sta assimilando i meccanismi del nuovo modulo e oggi ha espresso anche un bel gioco. Abbiamo bisogno di tempi per conoscerci bene, per assimilare il lavoro quotidiano ma guido un gruppo che sta capendo i messaggi che trasmetto e ciò mi fa piacere. Normale che ci siano ancora alcuni aspetti su cui migliorare, oggi però abbiamo vinto contro una delle favorite del campionato».
A differenza di altre volte, il Varese è sembrato più veloce nell’esecuzione delle giocate, cosa che Gautieri chiede da tempo. «Oggi si è visto ciò che avevo chiesto alla vigilia, che abbiamo preparato in settimana e ripetuto anche stamattina nella riunione tecnica: era importante velocizzare l’azione soprattutto contro una difesa a tre buona ma che non è dotata di grandi palleggiatori: così abbiamo aggredito gli esterni per provare a rubare palla e ripartire e spesso ci siamo riusciti». Infine, scontati i complimenti a Zecchin, Gautieri si sofferma volentieri su altri due uomini: «Blasi (foto in basso) ha fatto molto bene sia da metà campo in avanti, sia in copertura perché è stato molto bravo a non dare spazio a Seymour. Forte invece è giovanissimo, lavora tanto in settimana e ci parlo spesso perché se riesce a sfruttare le situazioni che nascono può crescere ancora tanto. Non dimentichiamoci però che ha un’età per cui va aspettato con la dovuta pazienza».

Sul fronte opposto Giovanni Stroppa ammette la sconfitta e parla di una retromarcia da parte del suo Spezia. «Non mi lamento tanto dell’approccio che non mi è dispiaciuto, quanto del prosieguo. Abbiamo concesso molte ripartenze a giocatori bravi come quelli del Varese e siamo stati puniti con ben 4 gol al passivo. Eppure abbiamo anche cercato di tenere la palla e fraseggiare: sembrava potessimo fare qualcosa di più incisivo davanti da un momento all’altro, e invece a parte il tiro di Ebagua abbiamo concluso poco. Peccato: nelle ultime tre partite ci siamo imposti sia come gioco sia come equilibrio della squadra e abbiamo avuto una crescita costante; oggi invece abbiamo fatto un passo indietro».

A festeggiare la propria prova maiuscola, transitano dalla sala stampa anche Zecchin e Forte. «Oggi è stata una patita perfetta – spiega il primo – dopo due settimane di lavoro con il mister. Il nuovo modulo va provato e riprovato ma oggi si è visto tutto il repertorio; manca qualche miglioramento ma così va bene. Io avevo già giocato con Mandorlini con il 4-3-3 e avevo fatto sia il mediano sia l’attaccante; ho caratteristiche che mi permettono di fare più ruoli, ma dove mi mettono gioco. L’importante è fare bene».
“Zecco” sottolinea l’importanza della prova biancorossa sotto il profilo atletico: «Correre è la priorità e senza la corsa non si va avanti, comunque ci si metta in campo; ci vuole adattamento di tutti al sacrificio, si può anche sbagliare ma bisogna essere intensi. E quando non ce la fai più, ci sono altri che possono prendere il tuo posto. Secondo me abbiamo “trottato” anche in passato ma oggi lo abbiamo fatto meglio e con grande continuità».
Infine il gol: «In principio pensavo di crossare al centro, poi quando ho posizionato il pallone ho visto il portiere un po’ avanzato. Quando stavo per calciare era ancora lì, e allora ho tirato direttamente in porta».
Il giovane Luca Forte è invece, giustamente, in vena di dediche per il suo primo gol, bellissimo: «Anzitutto a mio papà Paolo, poi al resto della famiglia e alla fidanzata Silvia. Ma non dimentico i compagni che mi aiutano sempre o il direttore Milanese che mi ha voluto qui da Trieste. Avevo fatto gol simili a livello giovanile ma mai così, concludendo in corsa su azione di contropiede. Fare il salto dalle giovanili alla prima squadra non è mai semplice ma piano piano ci si inserisce. E la chiamata in Nazionale è stata una bella soddisfazione, un’esperienza che va a far parte di un bagaglio che aiuta ad acquistare consapevolezza dei propri mezzi».

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Pubblicato il 14 Dicembre 2013
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