La speranza riparte anche dal “bagno”
Parla Gianluca Marvelli, Ad di Koh-I-Noor, storica azienda con sede a Tradate, ma soprattutto presidente di Assobagno, l'associazione che raduna le aziende del settore rappresentato all'evento
La speranza riparte anche dal Bagno: è questo uno dei sentiment che emerge dal Salone del Mobile, l’esposizione internazionale che mette in vetrina il meglio e il futuro dell’arredamento mondiale, e che nell’edizione 2014 ospita i saloni satellite Euro Cucina e Cosmit – Salone internazionale del Bagno.
Guarda il live del Salone del Mobile
A parlarne è Gianluca Marvelli (nella foto), Ad di Koh-I-Noor, storica azienda accessori per bagno (prima piccoli, come spazzole e pettini, e poi grandi, come specchi o armadietti) nata a Bratislava ma trasferita dopo la seconda guerra mondiale in italia, prima a Milano e poi, dagli anni sessanta, a Tradate. Marvelli è al Salone del Bagno – “costola” biennale del Salone del Mobile, insieme a Eurocucina – non solo come espositore, ma anche come presidente di Assobagno, il gruppo confindustriale che raduna le aziende del settore. A lui chiediamo un bilancio dell’esposizione biennale che quest’anno affianca il Salone del Mobile e su cui tutto un settore ripone importanti speranze. «Sta andando tutto molto bene – spiega il Presidente – questo Salone del Bagno è il più importante, quello che è cresciuto di piu per numero di espositori e per metri quadrati coperti. Nella prima edizione eravamo partiti in 15, ora siamo in 180 imprese ad esporre. La presenza di espositori di eccellenza è un fatto positivo anche per i visitatori: sta diventando il punto di riferimento mondiale per la mercato internazionale».
Ma qual è, al di là dei numeri, il sentimento di chi espone? «Sicuramente c’è atmosfera più positiva, c’è voglia di fare – risponde Marvelli – Le aziende sono state bravissime, portando prodotti straordinari anche in un contesto difficile. Il visitatore, anche quello nazionale, sembra comprendere che sia giunto il momento di dare una svolta. Certo, alla fine del Salone poi ci ricaleremo nei numeri, e nella quotidianità: e questa dice che il mercato nazionale è ancora in difficoltà, che deve ancora trovare la strada per una ripresa».
E’ difficile definire quale mercato possa meglio alimentare le speranze del settore: «Da questo salone passa davvero tutto il mondo: non c’è un mercato prevalente. Si può segnalare la novità dei paesi africani, Nigeria e Sudafrica in particolare. Poi ci sono mercati come il Brasile e tutta la zona della Russia e dei paesi che le stanno intorno, le tensioni non pensiamo incideranno molto sugli scambi commerciali. E poi naturalmente c’è molto oriente, malgrado le profonde differenze culturali nel nostro settore».
Una attrattività potente, malgrado le difficoltà per le imprese italiane di stare sul mercato. Cosa ci vorrebbe, per dare "il turbo" a una situazione che sembra non sbloccarsi? «L’Italia resta un paese unico: siamo unici su moltissimi valori, abbiamo una grande forza nella struttura manifatturiera, ci sono piccole realtà imprenditoriali che fanno cose incredibili. Purtroppo hanno sofferto in questi anni, ma penso che essere in Italia abbia ancora grande valore: possiamo esportare un prodotto che oltre che essere bello è fatto bene. Esportiamo, di fatto il nostro modo di essere, e nel settore bagno ancora di più. Poi che sia oggettivamente difficile fare impresa in Italia è altrettanto vero. Credo e spero che il governo tenga presente però l’importanza di questi aspetti, quel saper creare e produrre che hanno bisogno di essere sostenuti. Qualunque passo in questa direzione farebbe esplodere le capacità del nostro Paese».
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