Pazza Unendo Yamamay, dalla polvere all’Europa

Storia di una stagione iniziata malissimo e finita in gloria, con la finale scudetto e la qualificazione alla Champions League: Busto premiata da due settimane d’oro. Wolosz e Michel le rivelazioni

Il remake di un film già visto, proiettato questa volta a ritroso. La Unendo Yamamay dello scorso anno aveva subito la più amara delle delusioni al termine di una stagione esaltante; quella edizione 2013-2014 ha vissuto un’annata mediocre e deludente, riscattando però il tutto con un finale di grande, grandissima bellezza. Parliamo in fin dei conti di una “magia” durata solo 4 partite e mezza, poco più di due settimane; eppure è bastato questo per cambiare il corso della storia, regalando a Busto Arsizio la sua seconda finale scudetto – partendo dal sesto posto in classifica, un record – e il diritto di partecipare alla prossima Champions League. Regalandole, soprattutto, certezze societarie ed economiche per un futuro che pochi mesi fa non appariva affatto scontato. In uno scenario del genere, cimentarsi nell’attribuire voti e giudizi significa avventurarsi su un terreno minato: abbiamo cercato di trovare il giusto equilibrio tra una prima parte di stagione da dimenticare (pur con l’isolato lampo della qualificazione alla final four di Coppa Italia) e l’arrembante cavalcata finale che pochissimi avrebbero potuto prevedere, sicuramente non chi scrive.
Ne emerge il quadro di una squadra certamente perfettibile, un po’ per la sfortuna che ha cancellato da subito uno degli investimenti più importanti (Sloetjes), un po’ per il calo fisiologico di alcune giocatrici e il laborioso inserimento di altre. Molto, in realtà, per quelle variabili legate alla psicologia e alle motivazioni che neppure tutti i mental coach del mondo sarebbero in grado di neutralizzare: particelle di “follia” che spiegano risultati clamorosi (0-3 a Frosinone, 3-0 in casa di Conegliano…). Alla fine i valori della vigilia si sono ristabiliti e Piacenza ha meritatamente vinto lo scudetto, ma la Futura porta con sé risultati ed esperienze che valgono un patrimonio, così come incalcolabile è il peso del pubblico del PalaYamamay, numericamente e qualitativamente ancora da primato.

Serena Ortolani 7 – Le altre mamme erano a casa a spupazzare i rispettivi neonati e cambiare pannolini, lei a tre mesi dal parto rincorreva palloni su e giù per il campo. Il recupero, affrettato per necessità, ha richiesto tempo e fatica, ma proprio nel momento clou della stagione è tornata a sfoderare numeri e percentuali da campionessa, prima che il fisico le presentasse il conto in finale. Merita un elogio anche per l’atteggiamento sempre ottimista e positivo.
Set giocati 91, punti 295, attacchi vincenti 252 (33,5%), ricezioni perfette 30 (36,1%), muri 29, ace 14. Champions League: set giocati 8, punti 21, attacchi vincenti 19 (32%), muri 1, ace 1.
Il futuro: Molto dipende dalle scelte che la società farà riguardo alle altre schiacciatrici.

Ilaria Garzaro 5 – Forse la stagione più complicata della sua intera carriera: mai in sintonia con la palleggiatrice, spesso in ritardo a muro, poco efficace in battuta, ha finito per cedere il posto a Michel ed essere rispolverata in una gara 3 di finale buona solo per gli almanacchi. Soprattutto non ha avuto modo di far valere i suoi veri punti di forza: la grinta e il carattere.
Set giocati 65, punti 143, attacchi vincenti 106 (52%), muri 30, ace 7. Champions League: set giocati 18, punti 40, attacchi vincenti 27 (46%), muri 8, ace 5.
Il futuro: Quasi sicuramente cercherà nuovi stimoli altrove.

Marika Bianchini 6,5 – Ci sono giocatrici che fanno la differenza ben al di là delle doti tecniche: con l’esuberanza e la spregiudicatezza dei vent’anni si è salvata da un esordio potenzialmente traumatico, vestendo anche la maglia da titolare in situazioni al limite dello psicodramma. Atleticamente non avrà il potenziale di un bomber, ma la sua determinazione (e il suo servizio) hanno dato la spinta alla squadra in più di un’occasione.
Set giocati 70, punti 95, attacchi vincenti 72 (31,7%), ricezioni perfette 14 (29,2%), muri 4, ace 19. Champions League: set giocati 13, punti 28, attacchi vincenti 24 (29%), ricezioni perfette 9 (39%), muri 1, ace 3.
Il futuro: Giocatrice preziosa ed eclettica, potrebbe restare.

Ciara Michel 6,5 – Verrebbe voglia di darle un 10 in pagella per la sua parabola da film: a ottobre presenza quasi folcloristica e incatenata alla panchina, a maggio titolare inamovibile e idolo incontrastato dei tifosi. Il tutto senza mai perdere il sorriso e la leggerezza di chi si trova immersa in una favola più grande di lei (e nel caso specifico non è facile). Non sarà un fenomeno né la nuova Bauer, ma quei 4 muri consecutivi al PalaNorda di Bergamo resteranno nella storia…
Set giocati 46, punti 101, attacchi vincenti 69 (48,9%), muri 27, ace 5. Champions League: set giocati 4, punti 6, attacchi vincenti 5 (38%), muri 1.
Il futuro: Per tutti sarebbe una buona notizia se rimanesse a Busto.

Giulia Leonardi 5,5 – La “farfalla tigre” quest’anno si è tenuta ben al di sotto delle quote di volo a cui ci aveva abituato. In ricezione ha sofferto troppo nei momenti chiave della stagione, compresa la finale in cui è stata impallinata dalle cecchine di Piacenza; in difesa, malgrado alcuni recuperi spettacolari, le sono mancate la sicurezza e la solidità delle stagioni passate. Impegno e abnegazione fuori discussione, un passaggio a vuoto capita a tutti.
Set giocati 98, ricezioni perfette 409 (47,8%). Champions League: set giocati 18, ricezioni perfette 67 (47%).
Il futuro: Improbabile che vada davvero in Turchia, come dicono alcune voci, ma non è detto neppure che rimanga.

Francesca Marcon 6,5 – Paradossalmente la fascia di capitano sembra toglierle un po’ di tranquillità, anche perché le compagne la aiutano poco in seconda linea e il fisico non sempre la sostiene. Ma resta di gran lunga la miglior ricevitrice del campionato, a distanze siderali dalle altre, e nel finale ritrova lo smalto e la grinta per graffiare ancora come nei giorni migliori. Chiedere informazioni alle concittadine di Conegliano.
Set giocati 97, punti 216, attacchi vincenti 194 (35,1%), ricezioni perfette 360 (58,8%), muri 15, ace 7. Champions League: set giocati 18, punti 40, attacchi vincenti 37 (28%), ricezioni perfette 62 (50%), muri 2, ace 1.
Il futuro: Ha ancora un anno di contratto ed è la giocatrice più difficile da sostituire.

Ilaria Spirito 6 – Neppure nella sua prima stagione in A1 le infortuni le hanno dato tregua, ma tutto sommato è riuscita ad allenarsi con continuità e dare il suo piccolo contributo alla squadra: più in battuta e difesa che in ricezione, fondamentale in cui gli ingressi a freddo non l’hanno aiutata. Utile nella staffetta tra Under con Bianchini.
Set giocati 48, ricezioni perfette 27 (33,3%). Champions League: set giocati 16, ricezioni perfette 6 (38%).
Il futuro: La conferma è un’opzione valida, ma potrebbe cercare maggiore spazio su altri campi.

Lonneke Sloetjes s.v. – Il destino l’ha tolta di mezzo ancora prima che la stagione iniziasse. Quella rivista nell’unica partita giocata da titolare è una giocatrice ancora troppo timida e impaurita, condizionata dall’infortunio.
Set giocati 16, punti 13, attacchi vincenti 11 (39,3%), muri 2.
Il futuro: Dopo averla aspettata per un anno intero, lasciarla partire ora sembra un controsenso, ma la decisione andrà presa alla luce di altri arrivi.

Anne Buijs 6 – Al suo arrivo ci si attendeva proprio questo tipo di giocatrice: non dotata di mani fatate, ma potente ed esplosiva. Peccato che in difesa e in ricezione non si siano visti progressi significativi, e che gli errori siano rimasti un problema; questo anche perché ha attaccato più di chiunque altro in serie A1, ben 911 palloni. A 23 anni e alla prima stagione in Italia, i margini di miglioramento ci sono tutti.
Set giocati 91, punti 369, attacchi vincenti 335 (36,8%), ricezioni perfette 35 (28,7%), muri 24, ace 10. Champions League: set giocati 18, punti 83, attacchi vincenti 72 (42%), ricezioni perfette 18 (26%), muri 6, ace 5.
Il futuro: Dovrebbe restare anche nella prossima stagione.

Valentina Arrighetti 7 – Croce e delizia delle biancorosse, si conferma la numero uno del suo ruolo: una furia distruttrice in attacco, un monumento invalicabile a muro. Proprio per questo si rimane senza parole quando la si vede “ciccare” del tutto certe partite o autoescludersi per troppa foga dalla competizione, come accaduto in finale. A volte va in overdose di emotività, ma lo straordinario risveglio di Busto è in gran parte farina del suo sacco.
Set giocati 98, punti 352, attacchi vincenti 263 (55,8%), muri 78, ace 11. Champions League: set giocati 18, punti 43, attacchi vincenti 29 (43%), muri 11, ace 3.
Il futuro: Diverse le sirene che arrivano dall’estero, con offerte importanti.

Joanna Wolosz 7,5 – L’innesto più rischioso e al tempo stesso il più riuscito. Le doti tecniche le aveva mostrate già nelle prime amichevoli, ma l’impatto con i palcoscenici italiani ed europei non era facile da reggere per età e inesperienza: schiva e taciturna come da sua natura, ha vinto la sua battaglia con orgoglio e personalità. Il metro è il confronto con Lloyd, maestra superata dall’allieva in semifinale. Poi, contro Piacenza, la sfortuna ci ha messo lo zampino.
Set giocati 92, punti 61, attacchi vincenti 25 (39,1%), muri 25, ace 11. Champions League: set giocati 18, punti 14, attacchi vincenti 7 (41%), muri 6, ace 1.
Il futuro: Da lei si dovrà ripartire per costruire la nuova Unendo Yamamay.

Alessandra Petrucci 6 – Praticamente inutilizzata per l’intera stagione, si è trovata a scendere in campo in finale nella situazione più ostica possibile e tutto sommato, con lei in regia, le bustocche hanno rischiato di trascinare le campionesse d’Italia al tie break. Per il resto quasi ingiudicabile.
Set giocati 24, punti 7, attacchi vincenti 7 (41,2%). Champions League: set giocati 3, punti 1, muri 1.
Il futuro: Non è escluso che la società possa scegliere di puntare su una giocatrice più giovane.
 
Alice Degradi, Giulia Angelina s.v.

Carlo Parisi 7 – All’infinita pazienza, dote che ben gli conosciamo, ha dovuto abbinare quest’anno anche la resistenza alle critiche e all’ondata di risultati negativi che, a un certo punto, avevano messo seriamente a rischio la sua panchina. Nel complesso, è stata senza dubbio la stagione più difficile del suo decennio in biancorosso: quasi nulla è andato come programmato, dagli infortuni al progetto tattico. Ma alla fine il lavoro e la serietà hanno pagato ancora una volta, sia pure nel modo più inatteso e clamoroso.
Il futuro: Il vero grande rebus del mercato: il contratto è in scadenza, ma né il coach né la società sembrano davvero intenzionati a chiudere il ciclo. Una decisione definitiva dovrebbe arrivare già nei prossimi giorni.

Nota: le statistiche non includono la Coppa Italia e l’ultimo incontro della fase a gironi di Champions League. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Maggio 2014
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