In Lombardia il Pd ci prende gusto

Dopo la vittoria a Bergamo, Pavia e Cremona, al centro destra rimangono solo due capoluoghi: Varese e Mantova

All’indomani del risultato dei ballottaggi, le notizie sono due. La prima, quella che ha suscitato più rumore, è che il Movimento 5 Stelle ha conquistato Livorno, storica roccaforte della sinistra. La seconda è che il Pd ha confermato il suo stato di grazia. Soprattutto, il partito del premier Matteo Renzi è riuscito a fare breccia nel Nord operoso e diffidente delle Pmi e delle partite Iva. In Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, le città amministrate dal centro-sinistra sono la maggioranza. In Lombardia i capoluoghi in mano al centro-destra rimangono solo due: Varese e Mantova, segno che la strategia democratica funziona. Eccome.

A Bergamo l’ex spin-doctor di Renzi, Giorgio Gori, nuovo cittadino della città con il 53,5% dei voti, ha dichiarato all’Eco di Bergamo di aver vinto su Franco Tentorio anche grazie a una campagna elettorale costruita sul campo. «Una delle ragioni della sconfitta di Tentorio – ha detto Gori al giornale della città – è aver trascurato i quartieri. Siamo stati bravi ad andarci tante volte, anche a trarre grande rappresentanza dai quartieri.
Le istanze sono diverse, però non sono legate a grandi opere. La richiesta è quella di ascolto e attenzione, anche delle piccole cose, passando dalla sicurezza strade e dalle manutenzioni.
La nostra differenza è stata quella di mettersi a contatto con le realtà sociali dei quartieri».

A Pavia, quello che alcuni giornali avevano descritto come "il sindaco più amato d’Italia", Alessandro Cattaneo, è stato sconfitto dal professore di liceo Massimo Depaoli (nella foto in alto).
Il prof, come lo chiamano in città, è riuscito a scalzare il "formattatore" Cattaneo, con una campagna elettorale che l’assessore provinciale Emanuela Marchiafava ha descritto come: «Senza provocazioni, tutta centrata sulla città, i suoi bisogni e i suoi sogni. Ne è scaturita una campagna elettorale gioiosa -continua la Marchiafava – animata dai giovani come mai si era visto prima e con una differenza fondamentale rispetto a quella del concorrente: la presenza delle donne, dimostrata dal fatto che proprio le donne si sono classificate prime tra i consiglieri comunali PD e dei giovani, che il prof. Depaoli conosce così bene e che stravedono per lui e che si sono attivati, hanno organizzato gli eventi, partecipato alle scelte politiche, scritto il programma, dopo aver raccolto tante idee buone che questa città si merita».

A Cremona l’alfiere del Pd che da scacco al centro destra è Gianluca Galimberti, che con il 56,31% ha sconfitto Oreste Perri. Il candidato del centrodestra, dopo aver ottenuto l’appoggio della Lega dopo il primo turno, si è fermato al 43,69%. «Non dovrei chiamarmi primo cittadino, ma ultimo cittadino – ha detto Galimberti dopo i risultati di voto – perché va ricostruito il senso delle istituzioni a servizio di tutti e perché i nostri poteri forti sono i cittadini a partire dai più deboli. E così sarà. Noi dobbiamo portare il coraggio della mitezza nella politica. Noi, io in particolare, sapremo assumerci fino in fondo la responsabilità di questa vittoria, dando tutti noi stessi».

Per Alessandro Alfieri, segretario regionale del Pd, quello uscito dalle urne è un risultato storico. «Siamo riusciti a saper valorizzare le storie, le esperienze, la voglia di cambiare a livello cittadino, ma anche il buon governo. Tutti i comuni che amministriamo, ne abbiamo strappati 25 su 33 sopra i 15mila abitanti nell’ultima tornata, ci dicono che abbiamo davanti due grandi sfide: da una parte quella di costruire gli enti di area vasta, che supereranno le provincie. Dall’altra un’opposizione sempre più serrata in Regione Lombardia».

Nonostante gli entusiasmi "dem", una nota dolente rimane anche sul voto di domenica. Rispetto al primo turno, due settimane fa, l’affluenza in Lombardia è calata di quasi 20 punti. Poco più di un elettore su due (circa il 51 per cento) è andato alle urne, segno che la richiesta di discontinuità con il passato è forte tanto quanto la disillusione verso una politica che troppe volte ha fallito le proprie promesse elettorali.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Giugno 2014
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