La Collegiata apre le porte al teatro

Il Museo della Collegiata di Castiglione Olona in collaborazione con la compagnia Arteatro3 presenta lo spettacolo teatrale “Una storia Lombarda del 1600", tratto dai Promessi Sposi

Il Museo della Collegiata di Castiglione Olona in collaborazione con la compagnia Arteatro3 presenta lo spettacolo teatrale “Una storia Lombarda del 1600" da I Promessi Sposi di A. Manzoni, adattamento teatrale e regia di Luisa Borsieri il giorno venerdì 27 giugno alle ore 21,30 nella prestigiosa cornice dell’atrio della Collegiata.
«L’inziativa nasce nel contesto di una sempre più concreta valorizzazione culturale e comunitaria del complesso museale della Collegiata di Castiglione, offrendo in questo caso un’opera teatrale di grande valore e suggestione – raccontano i responsabili del Museo della Collogiata -. Lo spettacolo ha debuttato nel 1984 presso il teatro Nuovo in Milano ed è stato rappresentato per 30 anni in molti teatri su tutto il territorio nazionale ottenedo grandi successi di pubblico e di critica. Al raggiungimento del trentesimo anno di repliche l’amministrazione comunale di Milano ha ritenuto opportuno offrire un formale riconoscimento alla regista e direttore artistico Luisa Borsieri per la grande opera artisica e culturale prodotta ad ogni livello di pubblico (studenti e adulti)».

L’adattamento teatrale rispecchia nella sua autenticità l’opera manzoniana corredata da musiche e adattamenti coreografici con l’impiego di costumi d’epoca. Il cast artistico si compone di attori e attrici professionisti con provata esperienza teatrale La chiave di lettura ha privilegiato alcuni avvenimenti e personaggi nel rispetto del testo originale nei momenti più autentici per recuperare l’attualità della storia narrata. I personaggi: Renzo è visto come un giovane entusiasta, creativo, campagnolo e pieno di vita. Lucia è rappresentata con tre volti differenti: nell’immaginazione di Don Rodrigo come donna passionale in un flash in cui esprime tutta la sua femminilità; nel secondo volto,viene rappresentata come donna in crescita nel sogno di Renzo come compagna di vita e futura madre dei suoi figli; nel terzo volto alla presenza dell’ Innominato come un’immagine spirituale là dove dice: Dio perdona molte cose per un’opera di misericordia.

Nel primo tempo si susseguono quadri lombardi con movimenti coreografici accompagnati da musiche d’epoca. Nel secondo tempo, il tema della peste è sottolineato da musiche spagnole del “600” che danno rilievo anche alla figura dell’Innominato, della Monaca di Monza, di Padre Cristoforo e di Don Abbondio, viste come vittime dei soprusi spagnoli. Il momento lirico della madre di madre di Cecilia è incorniciato dalle preghiere della madre universale quale simbolo della sofferenza umana. Il mondo degli umili e il mondo dei nobili appaiono contrastanti e integrati coi colori dell’epoca decadente.
Il messaggio della speranza è sottolineato dalla figura dell’ambulante che è l’anima del Manzoni e la sua riflessione è la guida. Il cammino della vita di tutti i personaggi, mediante i fili della Provvidenza, conduce alla purificazione. La bellezza della vita nasce dalla presenza del dolore, delle rinunce e dell’umiltà. Ingresso libero, saranno raccolte offerte per le missioni diocesane.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Giugno 2014
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