Laurenza: “Penalizzati, ma ci iscriveremo. E dall’anno prossimo si cambia”

Il presidente del Varese spiega la situazione della società, rivela il debito lasciato dal suo predecessore, ammette i contatti con Sogliano e fa appello al territorio. Poi promette: «In futuro una gestione virtuosa»

È durata più di una partita di calcio la conferenza stampa convocata nella sede del Varese da Nicola Laurenza, per fare il punto sulla situazione della società e per certificare che, sì, i biancorossi si iscriveranno al prossimo campionato di Serie B ma anche che lo faranno con una penalizzazione di tre punti. Uno per il ritardo nel versamento dei contributi di marzo e aprile (cosa già nota), gli altri due per via del fatto che il Varese completerà gli adempimenti fiscali e burocratici per l’iscrizione in tempo per “l’esame di riparazione” di metà luglio al posto di quella scadenza odierna. Ma nel lungo discorso di Laurenza c’è molto di più rispetto a queste notizie tutto sommato già attese: ci sono i numeri che parlano dei debiti lasciati dal suo predecessore, ci sono i motivi per cui gli altri dirigenti di primo piano del Varese sono stati silurati, c’è la spiegazione di come si è mosso lo stesso Laurenza in questi anni. E c’è anche spazio per guardare al futuro, sia per temi strettamente pratici come i debiti contratti sul territorio, sia per la filosofia che dovrà seguire il Varese da qui in avanti, sia per l’appello del presidente verso chiunque possa dargli una mano a timonare la società, soprattutto dal punto di vista finanziario ma non solo.

(Quasi due ore di discorso per il presidente Laurenza)

LE PENALITA’ – Partiamo dall’attualità più stretta: oggi scadono i termini per l’iscrizione alla B accompagnata da una fideiussione di 800mila euro e il Varese come accennato non riuscirà a completare l’iter. C’è però tempo sino al 16 luglio per sanare la situazione con, per contro, un -2 in classifica. «Aspettavo stamattina una delibera da parte di una banca che purtroppo ha avuto esito negativo – ha sottolineato Laurenza – ma sono fiducioso perché le risorse necessarie da qui a due settimane possano arrivare. Prenderemo altri 2 punti di penalità da sommare al terzo, ma in questi ultimi mesi la coperta era troppo corta: ho preferito sacrificare le poche entrate dei mesi scorsi per pagare i dipendenti e gli staff del settore giovanile piuttosto dei contributi che andavano saldati entro il 16 aprile. Speravo di dare oggi una buona notizia, non è così ma non è un problema: faremo un ultimo sforzo per far arrivare la nave in porto: i playout sul campo si sono conclusi il 13 con la grande gioia per la salvezza, i miei proseguono senza sosta per far fronte alle esigenze burocratiche».
Ma come si potrà in sole due settimane trovare i soldi che finora non ci sono stati? «Per quanto riguarda la fideiussione, posso dire che le risorse ci saranno: 300mila sono garantite da miei titoli personali, altre 500mila da una lettera controfirmata da Abodi e Bedin – presidente e segretario della Lega di B – che hanno garantito il versamento di una prima tranche dei contributi sul conto corrente dedicato alla fideiussione stessa. E non dimentichiamoci due cose: il 5 luglio saranno certificate le entrate del calciomercato fino a qui, e cioè i soldi ricavati dalle operazioni di Pavoletti e Lazaar mentre a ottobre torneranno nelle casse sociali altri 800mila euro della fideiussione dello scorso anno che fino ad allora non saranno disponibili. Purtroppo l’accordo quadro con una banca in questo senso non ci consente di riaverli adesso».

UN MARE DI DEBITI – Fino a oggi si è parlato parecchio dei debiti che avrebbe lasciato Rosati con la sua gestione, ma nessuno ha mai prodotto cifre ufficiali. Numeri che stavolta Laurenza snocciola senza problemi, anche sottolineando qualche nota del tutto inedita. Come il fatto che, verso la fine della prima stagione in Serie B (quella con Sannino, conclusa contro il Padova in semifinale), la sua “Oro in Euro” anticipò metà della sponsorizzazione per l’anno successivo in modo da evitare penalizzazioni alla squadra in lotta per i playoff. «Soldi senza i quali ci sarebbero stati ritardi nei pagamenti: sarebbero arrivate penalità in classifica tanto che la qualificazione sarebbe stata a forte rischio». Ma la cifra più importante è un’altra: il Varese ha debiti per circa 9,5 milioni. Di questi circa 2 sono quelli contratti con fornitori del territorio e procuratori, mentre circa 7,7 sono con l’erario. Una cifra enorme, che Laurenza – sostiene lui stesso – ha conosciuto strada facendo, dopo aver preso l’incarico di presidente. «Il giorno dopo aver accettato andai all’hotel di Capolago e al Continental di Biandronno e iniziai a capire quali problemi ci fossero. Io avevo rapporto fiduciario nei confronti di una persona (Rosati ndr) con cui ero anche socio in una filiale di Oro In Euro la cui ragione sociale era “Amici miei”. Ritenevo amica questa persona, che mi aveva dato garanzie a voce: il rapporto di amicizia quindi si è rotto ma grazie a Dio ci sono altri 6 miliardi di persone al mondo. In quelle due settimane dopo il mio insediamento presi coscienza della situazione, e a maggior ragione ho iniziato a lavorare mettendoci la stessa incoscienza di 13 anni fa quando mi riempii di debiti per un’operazione imprenditoriale in cui nessuno credeva».
Da allora Laurenza e Rosati si sono sentiti una sola volta, quando negli uffici del Varese è arrivata la Guardia di Finanza per una serie di controlli fiscali. Proprio da quelli è arrivata un’altra stangata, quella che va a formare i 7,7 milioni di debiti con lo stato: «Gran parte è Iva non pagata, il resto sono contributi non versati dei dipendenti non tesserati, quelli che non comportano penalizzazione alla squadra». Tornando a parlare dei debiti contratti con i fornitori di Varese e dintorni, Laurenza spiega: «Mi danno fastidio soprattutto i microdebiti sul territorio: non mi nascondo e un po’ mi vergogno per non essere riuscito a saldare tutto, ma non pensavo che la cifra e il numero dei creditori fossero così elevati. Per quanto riguarda lo Stato, appena terminate le incombenze per l’iscrizione, andrò a Roma per cercare di rateizzare il più possibile questa cifra».

(Laurenza e Rosati al Palace Hotel, un anno fa)

GESTIONE VIRTUOSA – Quella appena conclusa, giura Laurenza, sarà però l’ultima stagione spericolata per le finanze del Varese. «Io continuo a guardare a un modello virtuoso, capace di spendere meno di quanto si incassa, anche se l’attuale sistema di business legato al calcio è completamente inadeguato. La Lega di Serie B ha premiato il mio progetto nell’ambito del programma “Il calcio che sarà”: è fondamentale aumentare la redditività delle società al di fuori dell’ambito sportivo come avviene per esempio in Inghilterra, anche con realtà di media Serie B. Il botteghino rende troppo poco: delle 21 partite dello scorso anno, solo quelle con Palermo e Novara di playout abbiamo coperto i costi. Parlando di solo borsellino ci sarebbe convenuto giocarle a porte chiuse…».

I COSTI DELLA STAGIONE – Nei programmi presidenziali, i costi di gestione del Varese si sarebbero dovuti abbassare già dalla passata annata, ma le previsioni sono state disattese. «La responsabilità finale è mia, e me la prendo. Però avevo ordinato di diminuire i costi della prima squadra per 1,5 milioni, se non che sono stato costretto a cambiare allenatore e l’intero staff nonostante il Varese fosse in zona playoff. Spese notevoli in più, e mossa che oltretutto ha innalzato le aspettative su una squadra che secondo alcuni, non secondo me, poteva lottare per la Serie A. Aggiungiamo una rosa di quasi trenta calciatori che non è stata ridotta a gennaio, se non di pochissimo, e con altri acquisti. Ripeto: alla fine e un po’ per sfinimento ho avallato le operazioni di cui sopra ma chi ha insistito per effettuarle oggi non c’è più. Questo però non ha permesso di tagliare i costi come avevamo preventivato, e inoltre lo scarso risultato sportivo ha abbassato i ricavi previsti per sponsor e incassi al botteghino».

(Pavo-gol: il Varese è salvo / foto di S. Raso)

DI SOGLIANO E DI ALTRE OFFERTE – Tra le ipotesi avanzate in questi giorni c’era quella che Laurenza avesse rifiutato proposte per vendere la società. «Una, una sola, che mi permetto di bollare con indecente» sbotta il presidente. «L’unica offerta è giunta dal Sud Italia, da un avvocato che era paravento di una cordata non meglio identificata. Erano disponibili a versare la fideiussione in cambio dell’intera società: li ho ringraziati ma era una proposta oscena, tanto più che gli stessi soldi della fideiussione, come detto, sarebbero rientrati a ottobre quando torneranno disponibili quelli dell’anno scorso».
Laurenza ha inoltre ammesso due incontri recenti con Riccardo Sogliano, negando però che il “rifondatore” della società biancorossa gli abbia offerto aiuto in cambio di alcuni aut aut. «Se mi avesse parlato in quei termini non l’avrei incontrato una seconda volta, come invece è avvenuto. Chi mi rispetta e mi reputa degno, accetta che io prenda le decisioni; da parte mia invece sono aperto a supporti e consigli di ogni tipo. Sogliano vuole bene a questa società, ha grandi meriti così come ne ha Claudio Milanese, uno dei pochi che si è sempre fatto vivo, anche nei momenti delle sconfitte. Se Ricky vorrà aiutarmi sotto qualsiasi forma, sa che le mie porte sono sempre aperte e il telefono è sempre pronto a squillare».

L’APPELLO FINALE – Prima del congedo Laurenza torna a parlare della necessità di avere supporti per proseguire con serenità alla guida del Varese. «Da un anno sto pompando da solo sul cuore di una società che ha rischiato di morire: io proseguirò, non mi tiro indietro, ma non posso fare tutto. Ho investito diversi milioni, devo ringraziare chi mi è vicino come la famiglia e l’azienda che hanno sopportato la mia assenza a favore del Varese, ma da solo è un’impresa titanica. Questo territorio è ricchissimo sotto molti punti di vista, ha grandi eccellenze: ogni aiuto è importante, sotto tanti profili. Ed è fondamentale anche quello più piccolo: spero che i nostri grandi tifosi riconfermino l’abbonamento che lanceremo dall’11 luglio e mi auguro che anche gli sponsor tornino ad aiutarci. Per il futuro ho in mente altro, tipo un azionariato popolare che coinvolga privati e partite Iva. Ma ora ci sono questi playout da giocare, entro il 16 luglio».

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Pubblicato il 30 Giugno 2014
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