“Emergenza profughi, i comuni possono fare molto”
In provincia sono ospitate circa 90 persone ma si prevedono nuovi arrivi. Il Coordinamento migrante invita gli enti locali e del privato sociale a organizzarsi per offrire una disponibilità diffusa e organizzata
«Se paradossalmente ogni comune della provincia di Varese si facesse carico di due profughi a testa, riusciremmo a gestire l’emergenza senza problemi e superare anche gli ostacoli all’integrazione». Il Coordinamento migrante, l’associazione varesina che riunisce realtà del volontariato e del mondo sindacale, prende nuovamente posizione sul tema dell’accoglienza in provincia e sulla gestione dei flussi migratori provenienti dal Nord Africa. «Come abbiamo sottolineato lo scorso maggio, quando abbiamo criticato una forza politica che utilizza il tema degli sbarchi e l’operazione "Mare Nostum" strumentalmente, riteniamo fondamentale attenersi alla realtà senza alimentare inutili allarmismi» spiega Sergio Moia del direttivo della Cisl.
La posizione del Coordinamento: "Varese non ha bisogno di nessuno stop"
«Allora il contributo dato dal nostro territorio era limitato a circa 80 persone. Oggi la situazione è leggermente cambiata e all’11 luglio nelle strutture del Varesotto ne sono ospitate circa 90. Come Coordinamento riteniamo importante pianificare la situazione, anche nel caso di nuovi sbarchi ma sappiamo che molto dipende dalla disponibilità degli enti locali: i comuni hanno un ruolo cruciale, certo che se il messaggio politico è quello della chiusura tutto diventa più complicato». L’obiettivo di associazioni e sindacati è dunque quello di sollecitare una disponibilità diffusa da parte del pubblico, del privato sociale e non. «Siamo convinti – prosegue Moia – che più è alto il grado di dispersione, quindi pochi profughi ospitati in più luoghi, maggiore è il tasso di integrazione e minori sono i disagi e i problemi. Convivenze troppo numerose sono decisamente più problematiche».
Il Coordinamento sta lavorando alla presentazione di una proposta alla Prefettura, per una collaborazione nella gestione di eventuali nuovi arrivi. «Vogliamo mettere a disposizione l’esperienza del nostro gruppo e dare supporto agli enti, compresi i privati, che sono disponibili a offrire ospitalità» ha aggiunto Filippo Pinzone, presidente delle Acli.
«Varese è una città attenta e disponibile – ha concluso Oriella Riccardi della Cgil di Varese -, pensiamo all’evento "le piazze del mondo", organizzato in centro poche settimane fa. C’è voglia di integrazione e i varesini lo hanno dimostrato. Nel caso specifico, servono delle strutture organizzate e delle proposte operative per non arrivare impreparati a gestire le emergenze. Le previsioni ci dicono che il numero degli sbarchi aumenterà nei prossimi mesi, ci stiamo dunque attrezzando per ridurre i disagi legati alla gesione degli arrivi e per dimostrare che il nostro è un territorio accogliente».
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