Il Ministro Orlando: “Riformiamo la giustizia pensando solo alla giustizia”
Il ministro ha spiegato che “troppo spesso abbiamo affidato ai processi il compito di dirimere alcune questioni politiche” e che per riformare la giustizia “dobbiamo toglierle le aspettative che non le spettano”. Il Governo ha già individuato 12 priorità
Parla della riforma della giustizia Andrea Orlando, Ministro di Grazia e Giustizia, nella sua lunga visita in provincia di Varese. Anche a seguito della recentissima assoluzione di Silvio Berlusconi, il Ministro spiega davanti alla platea della Festa Democratica che «sul processo si é scaricata oggi una domanda di cambiamento politico» che invece dovrebbe «portare tutti a rivolgersi verso altre direzioni». Secondo Orlando «il Processo penale non é fatto per cambiare qualcosa» ma solamente per accertare un tipo di «violazione delle leggi dello stato».
In questa vicenda una grande responsabilità investe la politica perchè «se avesse interpretato il cambiamento richiesto dalla società non ci si sarebbe rivolti sulla giustizia». Proprio per questo «quando chinque propone cambiamenti in questo campo bisogna prima di tutto togliere dalla giustizia le attività che non le sono congrue».
Ma in questo senso «dobbiamo stare attenti che qualunque riforma non deformi il nostro sistema di garanzia» e il ministro si riferisce in particolar modo alla tanto evocata responsabilità diretta dei giudici. «Un cambiamento in questa direzione -spiega Orlando- vorrebbe dire indurre la giurisdizione ad un fortissimo conformismo perchè se io un giudice paga direttamente il giudice d’appello cercherebbe di stare il più possibile sulla stessa linea del giudice di primo grado per evitare eventuali responsabilità» e dunque, anche il caso di Berlusconi, sarebbe potuto finire in maniera ben differente.
Proprio per questo, parlando alla Camera di Commercio, Andrea Olrlando spiega che «abbiamo individuato 12 punti per la riforma della giustizia». Punti cardine perchè «vogliamo dichiarare qual è il perimetro della riforma» individuando i problemi che spesso si indicano e tra questi spicca il processo civile. La riforma partirà così «dal civile e dall’introduzione di reati per combattere la criminalità organizzata ed economica» ma terrà conto anche di una domanda non da poco: «Tutto quello che arriva dal giudice è giusto che ci vada?». Orlando su questo non ha dubbi e crede cioè che «spesso molte questioni possono andare su percorsi extragiudiziali».
Un’altra priorità, però, dev’essere quella della velocità. «Un paese in cui il contenzioso legato a vicende commericali può durare 7 o 8 anni -ha affermato il ministro- è un paese che rischia di non avere certezza della funzionalità delle attività economica» e quindi è proprio «su questo terreno si può dare una risposta alla crisi».
Il problema, però, è che di fondi non ce ne sono e, come ha spiegato agli avvocati bustocchi, la strada per queste riforme è tutta in salita.
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