L’Asl ha un nuovo direttore: “ La comunicazione, innanzitutto“
È stato nominato il 25 luglio scorso e, da allora, è entrata nel cuore dei tanti problemi. Paola Lattuada, pur varesina, non ha mai lavorato nel nostro territorio
Una donna alla guida dell’Azienda sanitaria di Varese. È Paola Lattuada, nominata lo scorso 25 luglio dalla giunta regionale. Riporta la normalità nell’Asl rimasta a lungo commissariata dopo la chiamata in Regione del direttore Giovanni Daverio e affidata al direttore amministrativo Piergiorgio Berni in qualità di commissario straordinario.
« Devo conoscere ancora la situazione – ammette il nuovo direttore – pur essendo varesina, non ho mai lavorato in questa provincia per cui devo inserirmi. Ho già incontrato il sindaco Attilio Fontana e il direttore dell’azienda ospedaliera varesina Callisto Bravi, ma non ho ancora avuto modo di conoscere le altre personalità».
Arrivata a fine luglio, ha saltato le vacanze: « C’è molto lavoro e molto altro ci attende in vista della riforma della Sanità. Ma tra i primi compiti che mi sono prefissata c’è quello della comunicazione: se si capisce esattamente come stanno le cose è più semplice condividerle». L’ambito è quello di un settore cruciale, quello socio sanitario, dove le scarse risorse impongono scelte difficili: « Pensiamo agli ambulatori aperti. Ora la Regione ha esteso a tutte le strutture, private e pubbliche, la possibilità di effettuare visite ed esami alla sera e di domenica mattina. Solo, però, un’attenta analisi dei numeri potrà dire come tarare questo servizio che potrebbe avere un senso in un certo territorio ma non in un altro. A Milano, per esempio, la fascia serale è molto apprezzabile,molto meno la domenica mattina. I finanziamenti ci sono: è necessario ottimizzarli al meglio».
Ma c’è anche un altro aspetto della comunicazione che sta a cuore a Paola Lattuada: « Il servizio dei nostri sportelli è cruciale. La gente viene e chiede, vuole sapere, si attende risposte: il nostro compito è quello di fornire queste risposte nel modo più chiaro e soddisfacente possibile. Forse questo è un punto su cui si deve lavorare: manca organicità nel coordinamento dei nostri distretti e vale la pena investire su un’organizzazione unica con modelli condivisi».
Sul suo tavolo c’è anche la questione della sede: « È un tema che richiede la massima attenzione. Mi sto facendo un’idea ma, alla base di ogni futura scelta, c’è il destino delle Asl secondo la Riforma. Dobbiamo prima capire cosa diventeremo per poter progettare la futura sede».
Giorni di lavoro e approfondimento per la dottoressa Lattuada: « A me piace andare al cuore del problema e capire sino in fondo. Andrò piano ma arriverò».
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