Mantovani: “Sulla fecondazione eterologa urge una legge nazionale”
Così l'assessore regionale alla Salute dopo l'accordo in Commissione Salute delle Regioni. "Abbiamo evitato un far west normativo", tra i principi affermati l'anonimato dei donatori e il divieto di selezione genetica
«L’accordo ieri raggiunto presso la Commissione Salute delle Regioni ed oggi ratificato dai presidenti appare un documento positivo. Si offre un contributo di chiarezza su un tema estremamente delicato: si evita infatti quel far west normativo determinato dall’assenza di una legge
nazionale che recepisca la sentenza della Corte Costituzionale. Ora invece si potrà procedere, senza particolari squilibri tra le Regioni». Così il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani all’agenzia di stampa Agielle.
Mantovani ha inoltre aggiunto che «La Lombardia ha visto salvaguardati alcuni principi fondamentali come la possibilità della fecondazione eterologa per coppie uomo-donna, l’anonimato dei donatori, il divieto di selezione genetica: sui temi della vita non possiamo certo accettare discrezionalità o giudizi in base al colore degli occhi o dei capelli. Per noi rimane comunque centrale – ha ribadito l’assessore alla Salute – il valore ed il senso della genitorialità che intendiamo affermare e difendere».
«Rimangono comunque aperte numerose questioni – ha tenuto a sottolineare Mario Mantovani – che solo una legge nazionale potrà adeguatamente affrontare. Penso per esempio alla tracciabilità dei donatori e all’inserimento di adeguate sanzioni in caso di violazioni da parte di singoli o strutture preposte; tutte decisioni che competono al Parlamento, essendo l’accordo di ieri un atto amministrativo. Dobbiamo tutelare e garantire – ha concluso – la sicurezza delle donne,
degli embrioni e soprattutto quella dei figli che verranno».
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