I sentieri della droga tra Spagna e Italia

C'è lo studente rientrato dall'Erasmus che sfrutta i suoi nuovi canali per "provarci", ci sono i trafficanti che muovono grandi quantità. Un quadro che emerge dalla complessa operazione Hispanica Maria, che ha visto il sequestro di 37 chili di stupefacente

Malpensa è come un passo di montagna: i sentieri della droga tra Spagna e Italia sono tanti, più o meno riparati, più o meno "battuti", ma poi c’è sempre quel collo di bottiglia da cui passare, l’aeroporto. Guardia di Finanza, Agenzia delle Dogane e Procura di Busto Arsizio nell’arco di un anno esatto hanno intercettato con la maxioperazione "Hispanica Maria" 37 chili di droghe varie (ma soprattutto hascisc e marijuana, che da soli fanno 34 chili) in 100 spedizioni, arrestato 18 trafficanti e destinatari in Italia, denunciati altri 10.

Dai magazzini doganali di Malpensa passano migliaia di spedizioni ogni anno. Tra migliaia di pacchi innocui fiamme gialle e funzionari delle Dogane sono in grado di individuare anche quelli contenenti stupefacenti, di ogni genere, "travestiti" nei modi più improbabili: in un caso – operazione Woodstock Revival – hanno riempito con 7 kg di hascisc due chitarre elettriche, destinate ad un 45enne bolognese. In un altro caso – operazione Radio Maria – hanno usato una vecchia radio anni Ottanta, modificata per accogliere 400 grammi di hascisc. «Quando siamo di fronte a quantità consistenti utilizziamo la modalità della consegna controllata» spiega il tenente colonnello Giuseppe Bua, che comanda la Guardia di Finanza di Malpensa. I finanzieri si fingono corrieri e, autorizzati dalla Procura, si spingono fino a casa dei destinatari, fino a rendersi conto realmente di chi è il terminale della droga in Italia. «La consegna controllata, con ritardati sequestri e ritardati arresti, è un metodo di lavoro particolare poco usato in altre Procure ma che dà i suoi frutti» spiega anche Maria Rosaria Stagnaro, sostituto procuratore di Busto che ha lavorato all’operazione "Hispanica Maria" insieme alle colleghe Francesca Gentilini e Marzia Mariotti. Il metodo usato a Malpensa, nell’operatività tra Procura e forze di polizia, viene sottolineato anche dal Procuratore Gianluigi Fontana.

«La Spagna è una delle realtà che ci dà maggiormente da fare, soprattutto per marijuana e cannabinoidi» spiega ancora Bua. Ma chi c’è dietro alle spedizioni? In Spagna partono da Malaga, Barcellona, Madrid, Valencia (ne è informata la Guardia Civil, attraverso la Direzione Centrale dei Servizi Antidroga italiana): in un caso il trafficante spagnolo si è spinto fin in Italia con un chilo di hascisc e due chili di marijuana dentro all’automobile, è stato arrestato con due complici anch’essi spagnoli. Gli altri terminali sono i più disparati: c’è lo studente tornato dall’Erasmus che si mette nel giro facendosi spedire  570  grammi di marijuana. Ci sono i tre ragazzi milanesi denunciati perchè dalla Spagna, di ritorno dalle vacanze, si erano fatti spedire una sorta di "campionario" di varie droghe. Ci sono i fidanzati che si sono fatti spedire il pacco all’indirizzo della nonna, a Osimo. Le consegne avvenivano in tutta Italia, da Bergamo a Palermo: «In questo caso non sono emerse, ma spesso dietro a queste spedizioni ci sono grandi organizzazioni criminali» dice il comandante provinciale delle Fiamme Gialle colonnello Francesco Vitale.

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Pubblicato il 04 Novembre 2014
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