Pozzecco avvilito: “Perdiamo del tutto la concentrazione”
Il coach nel dopo gara è dispiaciuto per la sconfitta. "Essere battuti dopo aver dominato per metà partita triplica il rammarico"
«Tutto questo siparietto è perché sto veramente male e stare con voi mi allevia un po’ il dolore». Gianmarco Pozzecco si giustifica così dopo un quarto d’ora abbondante di chiacchierata con i giornalisti romani al termine del ko subito dalla sua Varese in casa dell’Acea. Stanco, sconfitto, dispiaciuto, il tecnico biancorosso esordisce con queste parole: «Parlare della partita è avvilente. Sono dispiaciuto, perché dimostriamo di poter giocare e lo abbiamo fatto nei primi due quarti anche con una pallacanestro piacevole, di enorme energia in difesa. Abbiamo anche dominato clamorosamente nei primi 18 minuti, e questo alla fine triplica il rammarico e la sofferenza perché non viviamo una situazione di inferiorità tecnica. Però poi ci spegniamo, perdiamo totalmente di concentrazione; non so perché ma mi sembra palese. A 30” dalla pausa contro Trento abbiamo smesso di giocare, oggi lo abbiamo fatto a 2′ dall’intervallo e questo è inaccettabile perché alla fine perdi le partite. Per me è frustrante e poi mi spiace per i ragazzi: li vedo prigionieri di questa situazione in cui perdono sicurezza. Ora mi auguro che con Eyenga e l’eventuale ritorno di Kangur possano cambiare le cose».

Il rimedio potrebbe esserci: «Abbiamo bisogno di disputare una buona partita dall’inizio alla fine, dobbiamo vincere quanto prima anche se domenica (a Masnago, contro Milano ndr) è la partita più complicata dell’anno. Bisogna rimanere concentrati, dovrò fare capire ai giocatori che siamo capaci di vincere come è già accaduto con Cantù e Pesaro. Siamo ancora “corti” ma l’innesto di un giocatore in più come Eyenga sarà importante perché anche oggi qualcuno come Rautins ha giocato tantissimo».
Pivot, arbitri e playmaker gli ultimi argomenti toccati. «Abbiamo poco gioco interno per vari motivi: Kuba anzitutto gioca spesso in post basso, poi in questo campionato si vedono poche soluzioni simili, infine i lunghi sono poco tutelati dai fischi. A proposito di arbitri, non ho capito granché il mio tecnico ma non è stato determinante, e comunque con loro ho un buon rapporto, molto migliore a quello che avevo in A2. Infine spezzo una lancia a favore dei miei registi: per fare ottimi passaggi occorrono due cose: voler fare l’assist e un po’ di incoscienza. Purtroppo nella seconda parte del match la situazione psicologica non ci consentiva di rischiare troppo, e per questo abbiamo evitato qualche passaggio che a prima vista poteva essere tentato».
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