Tre volte licenziato, tre volte reintegrato
Fabrizio Lombardo ha vinto tre cause per licenziamento senza giusta causa contro le cooperative di lavoro che si occupano di logistica e servizi a Malpensa
Fabrizio Lombardo ha vinto tre cause per licenziamento senza giusta causa contro altrettante cooperative di lavoro che si occupano di logistica e servizi a Malpensa . «Ad ogni subentro di una nuova società nell’appalto – racconta il lavoratore – con la scusa del cambio io non venivo riassunto, come invece era previsto dagli accordi. Gli altri sì, io no, perché ritenuto scomodo in quanto iscritto al sindacato di base». Tutte le volte Fabrizio si è rivolto al giudice e tutte le volte è stato reintegrato nel suo posto di lavoro.
Lombardo, che oggi ha 43 anni, per circa venti ha fatto il lavoratore autonomo: giardiniere esperto in tree climbing, quelli che si arrampicano con corde e moschettoni sugli alberi per potare, curare e innestare. Lo ha fatto fino a quando ha potuto, o meglio fino a quando i ritardi dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni erano accettabili.
«Sette anni fa – continua il sindacalista – sono andato a Malpensa e ho trovato un volantino dove si cercavano lavoratori per la logistica a Cargo City. All’inizio cercavo di stare un po’ defilato, poi ho iniziato a denunciare quello che accadeva ai lavoratori delle cooperative e l’unico sindacato che mi prestava attenzione era il Cobas».
I sindacati autonomi non godono di una buona fama, perché considerati estremisti rispetto ai confederali, tanto che Fabrizio ha avvertito un isolamento tipico di chi vive la paura di perdere il posto di lavoro. «Alcuni colleghi, quando mi avvicinavo, a loro volta si allontanavano, perché non volevano essere associati a me – sottolinea il sindacalista -. Eppure, la nostra presenza è necessaria perché colma un vuoto lasciato da Cgil, Cisl e Uil che in molti casi hanno trattato e fatto accordi senza poi vigilare sulle conseguenze, le storture e le vessazioni subite dai lavoratori soprattutto nelle cooperative».
«Non ho mai fatto causa per i soldi – conclude Lombardo- perché non è retorico dire che la reintegrazione è fondamentale per la dignità del lavoratore. Poter affermare: “Io ho un lavoro” è qualcosa che ti fa sentire bene psicologicamente, a posto con il mondo».
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