Amsc, i dipendenti incontrano il sindaco. “Escludo la chiusura”

I lavoratori sono in agitazione per le voci e le prospettive dell'azienda, che deve fare i conti anche con la cessione obbligatoria di alcuni servizi

Amsc è destinata a chiudere? Oggi il sindaco lo esclude, ma per i dipendenti della società multiservizi di Gallarate non è stata proprio una bella settimana, nel turbinio di notizie stampa e voci che passavano di bocca in bocca. Alla fine, il sindaco Edoardo Guenzani è dovuto correre ai ripari, con quello che definisce «un incontro informativo»: da una parte del tavolo il primo cittadino, dall’altra i Rappresentanti Sindacali e alcune sigle provinciali delle categorie coinvolte.

Certo il punto di partenza sono le preoccupazioni sul destino futuro dell’azienda, che da un lato vede servizi affidati al nuovi gestori per disposizione governativa (è il caso del settore acqua, che passerà all’ambito provinciale), dall’altro fa i conti con incertezze sui piani dell’amministrazione per il futuro di altri rami dell’azienda. «I dipendenti di Amsc hanno espresso preoccupazioni per le notizie apparse sulla stampa, ma anche per le voci che giravano sul TFR dei dipendenti: abbiamo smentito categoricamente le voci sul TFR, che sono garantiti negli stessi bilanci», premette subito Guenzani.

E il resto? Servizio per servizio, ci si è confrontati su progetti e prospettive. Poco di nuovo, a dire il vero: dalla prospettive del settore acqua che va ad Ato (il sindaco ha parlato però anche dei contenziosi aperti con alcuni Comuni, come Vergiate o Golasecca) alla vendita delle reti gas, il cui destino lega Gallarate e Busto e che – auspica il sindaco – «garantirà una parte del risanamento dell’azienda e speriamo garantisca anche investimenti necessari alla città, a partire da cose essenziali come le strade». Sui rifiuti, pesa l’incognita delle decisioni sull’inceneritore Accam: è da qui che passa il futuro del settore (Gallarate spinge in prospettiva per la "fabbrica dei materiali" che sarebbe anche fonte di lavoro e introiti).

Molta agitazione c’è anche nel settore trasporti, che impiega diverse persone: il futuro passa dai nuovi bacini di Tpl. Qui il sindaco ha dato qualche dettaglio in più, parlando della «possibilità di estendere la rete a Comuni vicini, aumentando i chilometraggi»: aumentando i chilometraggi si aumentano i finanziamenti regionali, ammortizzando maggiormente i costi del personale. E in più – con i bacini – così si potrebbe pensare ad estendere finalmente le linee anche negli abitati vicini, come (ipotesi) Cassano e Cardano al Campo (oggi non è possibile).

L’altra grande incognita è la piscina: dovrebbe essere un servizio capace di chiudere in pareggio, invece (complice l’età degli impianti) perde centinaia di migliaia di euro l’anno. L’amministrazione voleva esternalizzare la gestione, tenendo la proprietà, ma si è rivelato un buco nell’acqua: «Sulla piscina abbiamo ritardato e poi interrotto perché FIN escludeva la presa in carico del personale e noi volevamo garanzie». E ora? «Abbiamo altri soggetti interessati e stiamo valutando altre strade, come il project financing» continua il sindaco. «Perchè indipendentemente dalle perdite che si registrano nella gestione, serve un rinnovamento profondo della struttura, per rispondere alle esigenze igieniche e di efficenza energetica».

Per definire le prossime mosse, servirà attendere gli atti d’indirizzo del consiglio comunale, da votare entro fine marzo, su cui la maggioranza di centrosinistra vorrà dire la sua. Basterà l’incontro di oggi a raffreddare la situazione? I sindacalisti per ora si attengono ad una sorte di "clausola di riservatezza" e non commentano.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Febbraio 2015
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