Checco Lattuada nominato nella consulta antimafia, scoppia la polemica
In commissione indicati i nomi di Lattuada e Cirigliano per la rappresentanza politica nella consulta antimafia. “La scelta potrebbe compromettere l’immagine della consulta” attacca Cirigliano, ma rimane isolato
Sarebbe dovuto essere il “lieto fine” di una vicenda che si è trascinata per anni, ma la nomina dei due rappresentati del consiglio comunale all’interno della consulta antimafia della città rischia di sollevare un polverone. Se infatti le minoranze hanno indicato in Marco Cirigliano il proprio rappresentante, la nomina di Checco Lattuada ha già generato le prime critiche, proprio dal compagno commissario.
«Non nascondo che la figura di Lattuada potrebbe creare molte divisioni» spiega Cirigliano, paventando il rischio che «l’intera immagine della consulta potrebbe uscirne danneggiata». Secondo il consigliere di Sel «in una struttura che dovrebbe essere emblematica per trasparenza e legalità, un uomo che è stato allontanato dagli stadi per 5 anni forse non è la scelta migliore». A suo favore non deporrebbero neanche «quella vicenda che si è conclusa con un alone di mistero -commenta riferendosi alla sentenza di prescrizione nel processo per istigazione all’odio razziale– o la sua attività sui social network» che tra svastiche e saluti romani non è la prima volta che sale agli onori della cronaca.
Nonostante le critiche di Cirigliano -che non hanno trovato sponda in nessun altro gruppo di opposizione- la maggioranza difende compatta la sua scelta. «Stiamo parlando di un organismo sulla criminalità organizzata, non di una commissione sulla moralità», precisa Enrico Speroni, Lega Nord. Invece l’assessore Paola Reguzzoni «a nome dell’intera giunta» ricorda come «Lattuada è sempre stato attento alla legalità e ai giovani» e quella che viene definita come «una variegata rappresentanza di idee» dovrebbe portare un «arricchimento generale dell’organismo».
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