Il silenzio sull’ospedale e l’arroganza di chi non rispetta la città
Dopo la forte denuncia, PierFausto Vedani lancia un nuovo appello: dalla politica alla società civile senza dimenticare CL, che ha un ruolo importante nella difesa dell'ospedale cittadino
In questi giorni i lettori hanno commentato benissimo la situazione del nostro ospedale, le cattive scelte gestionali, passate e odierne, fatte per Varese dai responsabili della sanità regionale. Scelte che appunto non rispettano pienamente il diritto dei cittadini a una efficace assistenza.
A tanti e ben mirati commenti faccio seguire solo alcune considerazioni.
E’ vero che i vertici della Regione, i varesini Maroni e Cattaneo, nei giorni scorsi hanno avuto importanti impegni istituzionali, ma ci poteva stare almeno un cenno sulla loro disponibilità a spiegare il grande “scippo” di posti letto ai danni dell’ospedale di Circolo – o meglio della comunità del nostro territorio – da Varesenews denunciato. Sottrazione tenacemente nascosta all’opinione pubblica, assurda perché del tutto immotivata dal momento che non era stata violata nessuna disposizione o indicazione nazionale in tema di posti letto. E non erano diminuite soprattutto le esigenze di un territorio che da un secolo ha un ospedale particolarmente attrattivo.
Si trattava, e si tratta, solo di restituire ciò che era nostro da tempo, ottenuto nella giusta misura e in grado di continuare a offrire e magari migliorare un buon servizio alla collettività. Forse un piccolo primo segnale di comprensione del problema poteva anche arrivare tramite proconsoli come l’assessore alla sanità di Palazzo Lombardia o i direttori del “Circolo” e dell’ASL di Varese. I due dirigenti e l’assessore sino a oggi sono stati gli unici interlocutori dei giornalisti. Nessuno si è fatto avanti, anche se sollecitato.
Diretta emanazione peraltro del potere, l’assessore e i due tecnici in questi giorni di dure polemiche hanno badato a confezionare, in poche ore, l’ennesimo “pacco” su misura per la ricorrente crisi del Pronto Soccorso, introducendo la novità di posti letto da ricercare all’occasione nella sanità privata. Scelta che ha fatto indignare ancor di più la nostra gente.Il fatto è che, la Regione e i suoi furbastri potrebbero aprire al Circolo letti in teoria recuperabili, ma in seguito non più depennabili: sembra quasi che si preferisca far ricadere i disagi sulla popolazione.
Il Pronto Soccorso non è tutto il problema della sanità varesina, ne è solo la spia che da anni è accesa. Essendo stati “congelati” circa 200 letti rispetto all’effettiva capacità iniziale del nuovo ospedale, il PS si intasa anche perché al nuovo Circolo la ignobile caccia al risparmio ha comportato pure la miniaturizzazione dei reparti. Se ne sono accorti tutti, i due direttori invece negano che il nostro ospedale sia sottodimensionato nonostante statisticamente sia dimostrato che ha un livello di saturazione dei posti letto che supera il 97% e un rapporto posti letto per abitanti tra i più bassi in Lombardia! Una situazione questa da zona agricola, non altamente industrializzata e per di più sede di una facoltà di Medicina e Chuirurgia come la nostra
Il Circolo secondo i due manager ha solo bisogno di un’organizzazione diversa , per esempio di ricoveri lampo e altre acrobazie tipo l’ efficientamento, termine con il quale la burocrazia definisce oggi il recupero massimo dell’efficienza.Viene sottolineato che oggi è ridotto a tre giorni il ricovero per un ernia. Fosse vero che nella vita dovessimo avere a che fare solo con l’ernia o al massimo con la chirurgia..
Non si può non essere perplessi dopo la irreale valutazione sul potenziale odierno dell’ospedale: analizzando le ricorrenti, da anni, difficoltà del PS i direttori hanno impostato male il problema che ricorda quello di far entrare una intera bottiglia d’acqua in una tazzina di caffè.E lo dico con tutto il rispetto.
Le stesse tesi dei rappresentanti di Milano verranno sostenute durante la prossima audizione di Palazzo Estense, voluta dal Pd di casa nostra, l’unica forza politica oggi in campo a tutela della comunità. Il depotenziamento dell’ospedale è un grave problema, non deve ridursi a una battaglia da una parte tra la stampa e tanti cittadini attenti e dall’altra l’arroganza di chi non rispetta la città.
Davanti all’annoso disinteresse al quale evidentemente sono obbligati i rappresentanti del Centrodestra, credo sia tempo che altre istituzioni valutino l’opportunità di avere attenzione a un primario valore sociale, a un diritto come la cura della salute. Ho detto attenzione, arma diplomatica più efficace di molte altre iniziative. Il mondo del lavoro, trave portante della comunità, la Chiesa sono riferimenti storici per i varesini, mentre dalle professioni sono arrivati, per amministrare bene la città, personaggi indimenticabili.
Ma chiedo attenzione anche ai ciellini : hanno espresso un sindaco che ha regalato a Varese anni di risveglio e vivacità; nell’azienda ospedaliera sono rappresentati da medici di alta professionalità, stimatissimi dai colleghi. E’ di questi giorni l’avvio della cooperazione tra la nostra Gastroenterologia e l’ Università di Milano! Il movimento si è rivelato pure grande traino della solidarietà. Ecco perché mi piace immaginare un Banco della salute, dove si possa ricordare a chi giostra nel campo della politica l’importanza del recupero del rispetto verso i cittadini e pure quello della loro fiducia.
La questione dell’ospedale di Circolo è veramente delicata, merita attenzione da parte di tutti. E’ possibile che la sanità lombarda, di matrice formigoniana, in Italia sia la migliore di tutte. Ma è certo che a Varese stia clamorosamente sbagliando, troppo. E’ vero accade per colpa di Milano. E io che, non sono dei vostri, rimpiango il servizio alla città reso dalla bella gente della generazione di Pippo Gibilisco.
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